La Mobile fiorentina sgomina una banda di rapinatori: 7 in carcere per la rapina al portavolori di via Da Vinci. Tra gli arrestati l’autista del mezzo blindato

CAMPI BISENZIO – Erano le 9 del mattino del 22 marzo quando, in via Leonardo Da Vinci, una contrada di via delle Ville quasi sul confine con Prato, quando un commando di rapinatori assaltò un furgone blindato della Btv con 1,2 milioni di euro in contanti a bordo. I rapinatori finsero, con uno scooter, un […]

CAMPI BISENZIO – Erano le 9 del mattino del 22 marzo quando, in via Leonardo Da Vinci, una contrada di via delle Ville quasi sul confine con Prato, quando un commando di rapinatori assaltò un furgone blindato della Btv con 1,2 milioni di euro in contanti a bordo. I rapinatori finsero, con uno scooter, un incidente costringendo il furgone a fermarsi. Poi appoggiarono sul cofano quello che sembrava una bomba. Una volta aperto il furgone ferirono, frattorandogli una gamba, uno dei tre vigilantes e fuggirono arraffando 680mila euro lasciando, nascosto sotto un giubbotto antiproiettili, una bella fetta del malloppo.
Fin qui la storia com’è stata raccontata all’epoca.
Oggi, in conferenza stampa, è stato svelato che, grazie anche alla documentazione di una videocamera di sorveglianza dei un’azienda di via Da Vinci, gli investigatori della squadra mobile fiorentina hanno avuto la certezza che l’incidente fosse stato simulato con la complicità del conducente del furgone.
Lo scenario che si è presentato davanti agli investigatori è stato complesso: vagliando milioni di traffici telefonici si è riusciti ad individuare alcune schede telefoniche (intestate a cinesi inesistenti e vendute dallo stesso venditore di Signa) che, per giorni, hanno continuato a “parlare” tra di loro.
Attraverso una serie di intercettazioni i poliziotti hanno scoperto che, poco prima la rapina, uno dei sospetti aveva contattato un residente all’Isolotto per avere uno scooter il giorno della rapina. Particolare che ha poi portato ad identificare l’intera banda.
L’inchiesta, è stato spiegato, ha portato anche all’uso di intercettazioni ambientali a carico di due vigilantes dell’azienda di sicurezza che utilizzavano scanner anti-intercettazione, situazione risultata sospetta. Lo stesso procuratore della Repubblica Occhipinti ha spiegato che si è giunti ad autorizzare un’azione di sabotaggio: gli specialisti della polizia hanno manomesso gli scanner all’insaputa dei due vigilantes. Il che ha permesso di intercettare dialoghi molto interessanti tanto da appurare che tra i membri della banda si era accesa una discussione sul fatto che si sono potuti dividere solo 680mila del milione e 200mila che credevano di portare via.
In questi mesi gli investigatori hanno potuto appurare che due dei vigilantes presenti alla rapina sono completamente estranei alla vicenda.
DQuesta mattina, tra la Sicilia e la Toscana, sono state eseguite 7 ordinanze di custodia cautelare disposte dal Gip dottoressa Cipriani oltre ad una serie di perquisizioni che hanno interessato il venditore delle schede telefoniche e il “fornitore” dello scooter che è stato denunciato a piede libero assieme ad un’altra persona.
In carcere sono finiti l’autista del furgone R.S. 45 anni di Prato e il suo collega (che è stato la talpa dell’operazione) A.R. 20 anni di Firenze entrambe incensurati, G.S. 36 anni di Palermo, I.D.D. 30 anni di Milano in casa del quale sono stati trovati 40mila euro in contanti, M.B. 58 anni di Palermo, R.G.R. 44 anni di Gela (CL) e G.G. 61 anni di Palermo questi ultimi pluripregiudicati per reati gravi come l’omicidio.
Secondo gli investigatori della Mobile fiorentina la banda stava preparando un colpo ai danni del caveau di un’azienda di vigilanza toscana che avrebbe potuto fruttare 180 milioni di euro.