La moglie si deve operare, la mamma non sta bene: la sua, con grande dignità, è una richiesta di aiuto

SIGNA – Passare una vita in ospedale, sue testuali parole, e avere dignità da vendere. Anche se i suoi occhi, quando spiega tutto quello che gli è capitato, si velano. Anche se quella che vi raccontiamo non vuole essere una storia “scritta ad arte” per attirare compassione. Anzi. Quella vi raccontiamo purtroppo è una storia […]

SIGNA – Passare una vita in ospedale, sue testuali parole, e avere dignità da vendere. Anche se i suoi occhi, quando spiega tutto quello che gli è capitato, si velano. Anche se quella che vi raccontiamo non vuole essere una storia “scritta ad arte” per attirare compassione. Anzi. Quella vi raccontiamo purtroppo è una storia reale, che non consente voli pindarici ma che ha bisogno di risposte in tempi brevi. E’ la storia di una coppia che con il destino e con la salute si è scontrata un po’ troppo spesso. E’ la storia di Giovanni Corsinovi e di sua moglie Rosa, poco più di 60 anni lui, 57 lei, che da ventidue anni hanno dovuto fare i conti con qualcosa più grande di loro. Una storia che prende il via con un intervento chirurgico che la moglie, ventidue anni fa, deve subire per la sostituzione della valvola mitrale. Fatto sta che, proprio in seguito a quell’intervento, per usare un (amaro) eufemismo, qualcosa va storto; dopo mille “battaglie” viene riconosciuto l’errore dei medici e da lì inizia il lento, lentissimo cammino per tentare di salvare il salvabile. Le parole che usa Giovanni sono crude, rispecchiano fedelmente la realtà, ti fanno capire tutta la sofferenza di questi anni: la moglie viene curata nella clinica di Valens “e oggi, pur essendo tetraplegica, – racconta Giovanni – se non è un vegetale lo dobbiamo proprio a quelle cure”.

Ma facciamo un salto in avanti nel tempo, per la precisione a un mese fa, quando Rina, la mamma di Giovanni, 89 anni fino ad allora portati benissimo, ha contemporaneamente un ictus e un infarto. Già, perché le due vicende sono intrecciate gioco forza fra di loro. Ricoverata prima all’ospedale di Torregalli, dopo una decina di giorni viene dimessa e trasferita al Presidio dei Falciani della Casa di cura “Villa delle Terme”, dove è ricoverata tuttora. Le due vicende sono intrecciate perché domani, giovedì, Rosa (che nel frattempo ha dovuto lottare e sta lottando contro un lembo della valvola mitrale, da dove tutto ha avuto origine, che si è “staccato” e che sta distruggendo i globuli rossi, facendo temere anche una leucemia) deve subire un nuovo intervento chirurgico. E, dopo mille rimostranze, Giovanni è riuscito a ottenere che sua mamma possa restare ai Falciani fino a lunedì prossimo. Dopo mille rimostranze perché altrimenti sarebbe già stata dimessa. Con il risultato che dalla prossima settimana la soluzione rischia di diventare davvero insostenibile. “Ho parlato con l’assistente sociale, ho parlato con l’amministrazione comunale, ho chiesto qualcosa dopo non averlo mai fatto in questi anni – continua Giovanni – per vedere di trovare una soluzione, almeno temporanea, che possa garantire l’assistenza a mia mamma. Ma, per il momento, tutte le risposte sono state negative”. Da qui l’intenzione, sua ma anche di sua figlia, di scrivere una lettera al direttore sanitario della clinica, al direttore sanitario della Asl e all’assistente sociale. Non per attirare l’attenzione ma per avere una risposta concreta a quello che, che lo si voglia o no, è un problema reale.