La passione per la pallavolo? Di padre in figlia. Aurora Pistolesi e il racconto di un sogno che sta diventando realtà

SIGNA – Ancora, vista la sua giovanissima età, è presto per dire se può essere considerata un esempio dal punto di vista tecnico per chi vuole intraprendere il suo stesso cammino. Certamente lo è se si parla di tenacia, carattere e forza di volontà, proprio in considerazione della sua età e del fatto, ancora più […]

SIGNA – Ancora, vista la sua giovanissima età, è presto per dire se può essere considerata un esempio dal punto di vista tecnico per chi vuole intraprendere il suo stesso cammino. Certamente lo è se si parla di tenacia, carattere e forza di volontà, proprio in considerazione della sua età e del fatto, ancora più giovane di oggi, quando era poco più che una bambina, ha deciso di lasciare “casa e comodità” per tentare di coronare quello che era il suo sogno. Quel sogno iniziato a cullare, se si può dire, quando, pochi mesi dopo essere nata, dormiva, nel vero senso della parola, in palestra mentre babbo Marco allenava. E la passione del babbo ha sicuramente influito perché Aurora Pistolesi, gradino dopo gradino, iniziasse a salire le categorie nella pallavolo nazionale. Fino a oggi, un presente che la vede indossare la maglia del Marsala Volley, che milita nel campionato di A2.

Ventidue anni ancora da compiere, schiacciatrice, Aurora ha iniziato la sua avventura fuori di casa a 13 anni con l’Anderlini Modena, una vera e propria palestra di vita per la pallavolo giovanile, dopo aver iniziato a “colpire forte sotto rete” con il Volley Le Signe e la Pallavolo Calenzano. A Modena ha fatto tutta la trafila delle giovanili, dalla Under 14 alla Under 18, per poi approdare in prima squadra, a soli 18 anni, con la Liu Jo Modena. Successivamente è stata, sempre in A2, a Baronissi (Salerno) e Busto Arsizio e dallo scorso settembre è a Marsala. Una scelta, se vogliamo, inizialmente ancora più difficile da fare per il particolare periodo storico – e sanitario – che stavamo vivendo. Ma della quale non si è assolutamente pentita. Anzi. E in questi mesi la squadra ha centrato il suo primo obiettivo, insieme a tutta la squadra, quello di partecipare alla poule promozione, mentre il prossimo 3 marzo sarà in campo per i quarti di finale di Coppa Italia. Insomma, passo dopo passo Aurora sta salendo tutti i gradini ma soprattutto sta coronando quello che è sempre stato il suo sogno, fin da bambina: diventare, anzi essere una giocatrice di pallavolo.

Ed è questo, al di là dei risultati ottenuti sul parquet, che comunque sono fondamentali, l’aspetto che ci piace mettere in risalto e provare a raccontare. Quello di una bambina cresciuta, in casa Pistolesi, a “pane e pallavolo”, e che oggi è lì, pronta a “tirare” la schiacciata vincente nella sua personale carriera. “I miei genitori (insieme a Marco, anche mamma Paola e la sorella Eleonora, n.d.r.) – racconta – sono sempre stati presenti e mi hanno aiutato tantissimo nelle scelte che di volta in volta ho fatto. Ma anche a Marsala mi trovo benissimo, la società mi ha accolto come una di casa, quasi come una figlia”. E così, i dubbi iniziali, legati fondamentalmente all’emergenza sanitaria in corso, sono spariti: “Appena arrivata in Sicilia e conosciute le persone del posto, ho capito subito che sarei stata benissimo e oggi mi ritengo “strafortunata” ad aver fatto una scelta del genere. Mi sento come a casa e la società mi ha subito offerto delle responsabilità che ho accettato con onore”.

Facendo qualche passo indietro, però, è interessante capire anche come Aurora abbia affrontato il distacco da casa, quando era “solo” un’adolescente: “Ho seguito il mio istinto ma soprattutto la voglia di giocare a pallavolo e il desiderio di diventare forte (sorride…). Certo, all’inizio la lontananza un po’ ha pesato ma, come ho già detto in precedenza, la mia famiglia mi è sempre stata vicina e tutte le settimane babbo e mamma erano presenti alle partite. Sono stati fondamentali”. Aurora ovviamente strizza l’occhio anche al futuro, che magari potrebbe essere colorato di azzurro, dopo aver vestito la maglia della Nazionale a 16 anni alle Olimpiadi giovanili: “Ancora è presto per dire cosa mi riserva il futuro, ogni anno sono riuscita a raggiungere determinati obiettivi oltre a registrare una crescita personale. Il vero sogno sarebbe quello di raggiungere la Nazionale maggiore e, perché no, giocare le Olimpiadi. Spero davvero di arrivarci”. E noi glielo auguriamo di cuore.