CAMPI BISENZIO – La politica, non solo quella fiorentina e regionale, piange la scomparsa di Giuseppe “Beppe” Matulli. Aveva 85 anni, è stato parlamentare e a lungo leader della Democrazia Cristiana. E’ stato, se vogliamo, il “padre” della tramvia a Firenze e negli ultimi anni è stato presidente dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana e oggi sono in tanti a ricordarlo, lui che è stato protagonista di una stagione politica rimpianta da molti (il funerale sarà celebrato domani, martedì 13 febbraio, alle 11.30 presso la Basilica di San Miniato al Monte a Firenze). “Con Beppe Matulli – ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani – se ne va un uomo da cui ho tratto tanti e bellissimi insegnamenti. Se ne va un politico di cui mi ha sempre colpito la grande forza ideale che era capace di calare nella concretezza dell’amministrare, dando a questa una visione sempre a favore della cittadinanza. L’ho conosciuto meglio e più profondamente durante gli anni in cui siamo stati insieme nella giunta del Comune di Firenze guidata da Leonardo Domenici, dove Beppe era vice-sindaco, e lì ho potuto apprezzarne la grande visione di modernizzazione che aveva della città. Con lui è andata avanti un’opera a me molto cara, la tramvia Firenze-Scandicci, i cui progetti erano stati finanziati quando ero assessore alla mobilità”.
“Mi ha insegnato l’impegno, la bella politica, il rispetto per le istituzioni, il valore della storia, l’importanza delle idee, – ha aggiunto la vicepresidente della Regione e assessore all’agroalimentare Stefania Saccardi -Beppe ha servito il suo Paese in tanti ruoli e ha trasmesso a tanti giovani passione e sogni. Lo porterò sempre con me e lo ritroverò ogni volta in cui la politica si alza dalla banalità e prova a volare alto e a disegnare il futuro”.
“Attoniti – questo il cordoglio dei vice-presidenti dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana, Roberto Bianchi e Camilla Brunelli e del direttore Matteo Mazzoni, insieme a tutto il Consiglio direttivo – vogliamo ricordare la costante dedizione con cui Beppe Matulli ha svolto il suo mandato sia come vice-presidente sia, negli ultimi anni, come presidente, dando un contributo notevole al rafforzamento istituzionale del nostro Istituto. Abbiamo avuto la fortuna di poter conoscere la sua squisita umanità, oltre alle sue ben note qualità politiche e culturali, che lo hanno reso punto di riferimento per tanti, e per tutti noi in questi anni”.
“Con Giuseppe Matulli – ha detto Gabriele Toccafondi – se ne è andato un uomo libero che ha fatto sempre scelte nette e ne ha dato le ragioni. Io da giovane consigliere comunale di opposizione a Firenze, ascoltavo con attenzione tanti assessori con la voglia di capire e imparare. Giuseppe era uno di questi. Ho sempre apprezzato la disponibilità al dialogo e al confronto ma anche le sue prese di posizione che erano nette e per le quali dava le sue ragioni. E’ sempre stato un uomo libero e sono sicuro che Firenze ma anche la sua Sesto Fiorentino sapranno ricordarlo adeguatamente”.
Fra i ricordi più commossi ci piace riportare quello che Lapo Cantini, responsabile Confesercenti città di Firenze, ha scritto sulla propria pagina Facebook: “Ci siamo scambiati l’ultimo messaggio poche settimane fa. Beppe stava già molto male, ma ha cercato di dare risposte agli amici fino all’ultimo. Con la scomparsa di Matulli politica e istituzioni perdono un importantissimo riferimento ideale e culturale, io qualcosa di più, un amico personale e di famiglia. Saro sempre riconoscente a Beppe per tante cose, ma soprattutto per aver accettato, alla scomparsa del Babbo, di fare un intervento commemorativo al funerale. Beppe, parlando a braccio come suo solito, fece un intervento strepitoso, delineando, in pochi minuti, tutto il percorso politico ed intellettuale del babbo, che coincideva naturalmente con il suo e con quello di una intera generazione del cattolicesimo democratico fiiorentino. Per uno strano scherzo del destino (o della storia?) Bebbe se ne è andato proprio lo stesso giorno del babbo, con la sola distanza temporanea di due anni. “Si sono ritrovati lassù” mi ha scritto un comune amico stamattina. Davvero, riposino in pace”.