LASTRA A SIGNA – La prima volta del vescovo di Firenze a Casa Don Lelio, nella parrocchia di Santa Maria a Castagnolo, è stata quella di monsignor Gherardo Gambelli. Nella struttura che, gestita dal diacono Paolo Bendinelli e dalla moglie Stefania, si occupa dell’accoglienza delle famiglie che hanno i loro figli ricoverati all’ospedale pediatrico Meyer. La prima volta, come ha detto il parroco don Stefano Cherici, che “il vescovo di Firenze viene a Casa Don Lelio da quando, nel 2011, è stata aperta”. Ed è significativo, ha aggiunto, “che sia qui nell’anno del Giubileo, un grande messaggio di speranza per tutti noi”. E che quella di martedì scorso sia stata un’occasione importante, non solo per Casa Don Lelio, ma anche per tutta Lastra a Signa, lo ha dimostrato la presenza del sindaco Emanuele Caporaso accompagnato nell’occasione dall’assessore Francesca Tozzi. Tante anche le associazioni di volontariato presenti, il gruppo Fratres di Lastra a Signa, una delegazione della sottosezione Firenze Nord dell’Unitalsi, tutti presenti con il desiderio di stringersi in un simbolico abbraccio a Casa Don Lelio e al vescovo Gherardo.
“Sono qui – ha detto monsignor Gambelli – per celebrare la festa di Sant’Ilario, legata a questa parrocchia, una figura molto importante, una persona coraggiosa anche nel vivere la fedeltà al Vangelo. Ed è per noi altrettanto significativo essere qui oggi, nell’anno del Giubileo della speranza che abbiamo aperto da poco, proprio per cercare di riscoprire la bellezza della nostra fede. I Santi sono testimoni autentici del Vangelo e anche noi siamo chiamati a vivere la santità nella carità. Una carità da far rispecchiare in modo particolare nelle opere: questa casa famiglia ne è una fedele testimonianza e ci aiuta a essere pellegrini e seminatori di speranza”. Concetti ribaditi dal diacono Bendinelli (insieme a lui anche la presidente dell’associazione “Amici di Casa don Lelio, Daniela Pancani) commosso per la presenza del vescovo al quale ha mostrato tutta la struttura e illustrato il servizio che all’interno di questa viene svolto. Oltre a mettere in risalto “un gruppo di volontari fantastico e che sono sempre pronti quando c’è bisogno di dare una mano”. Mentre la Santa Messa è stata animata dai cori di San Minato, Lecore e Signa. “La sua presenza – ha concluso don Stefano – è un segno importante per questa comunità, ma anche per tutta la Diocesi, ci ha riempito il cuore di gioia e di speranza”.
