La Pubblica Assistenza di Campi “spegne” 166 candeline. E racconta il Covid visto con gli occhi dei bambini

CAMPI BISENZIO – La Pubblica Assistenza di Campi ha festeggiato il suo 166° compleanno e ha scelto di farlo dedicando la giornata ai più piccoli e al modo in cui hanno affrontato la pandemia. Oggi, infatti, mercoledì 8 dicembre, presso la sede dell’associazione è stato mostrato il dvd “Vi presento il signor Coronavirus”, un progetto […]

CAMPI BISENZIO – La Pubblica Assistenza di Campi ha festeggiato il suo 166° compleanno e ha scelto di farlo dedicando la giornata ai più piccoli e al modo in cui hanno affrontato la pandemia. Oggi, infatti, mercoledì 8 dicembre, presso la sede dell’associazione è stato mostrato il dvd “Vi presento il signor Coronavirus”, un progetto realizzato dando modo ai bambini di raccontare la loro esperienza con il Covid-19 attraverso i disegni. “L’idea – ha raccontato Paola Zanobetti insieme a Federica Cresci e Mirella Magonio – è nata proprio qui, mentre preparavamo le mascherine da portare alla popolazione. Visto che tutte e tre veniamo dal mondo della scuola abbiamo pensato di fare qualcosa che parlasse dei bambini e abbiamo iniziato coinvolgendo i nostri volontari”. Un progetto, iniziato durante il primo lockdown, che strada facendo ha raccolto tanti consensi “Ringraziamo tutti, a cominciare dal Comune di Campi Bisenzio e dal Cesvot che ci hanno sostenuto, tutte le associazioni del territorio che ci hanno aiutato ad avere i disegni e il nostro volontario Pietro per averci aiutato nella realizzazione”. Il progetto infatti ha superato i confini campigiani, includendo anche i lavori di bambini di Cuba, Orly, Pallagorio e del Saharawi; questo grazie alla collaborazione di tante realtà che hanno aderito come Arci Città Visibili, Radio Revolution, la giornalista Ida Garberi a Cuba, Andrea Malpezzi dell’associazione Ieri, oggi e domani e Doriana Catalano per il Santo Stefano Basket.

Tanti gli ospiti presenti per l’occasione, dal vice-presidente del Cesvot Massimo Cerbai all’assessore ai gemellaggi del Comune di Campi Bisenzio Giorgia Salvatori e a Patrizio Ugolini a rappresentare Anpas zona fiorentina. “E’ un progetto che abbiamo voluto e che è stato portato avanti in un periodo complesso, – ha ricordato l’assessore Salvatori – ringrazio la Pubblica Assistenza per l’organizzazione e il Comitato gemellaggi per il lavoro fatto per raccogliere i disegni e aver messo insieme diverse comunità per fare un lavoro alto. Le associazioni hanno un ruolo fondamentale nel nostro territorio, come dimostra la risposte che hanno dato durante la pandemia e che continuano a dare”. La presentazione del dvd è stata preceduta dalla lettura di una poesia di Felicita Festini Cromer, dipendente della Pubblica Assistenza.

Dopo la proiezione del video, che riunisce i lavori fatti dai bambini con una storia che ha per protagonista proprio il virus e che mette al centro l’importanza dell’amicizia, è stato possibile approfondire il tema dell’effetto che la pandemia ha avuto su bambini e ragazzi insieme al dottor Antonio Milanesi, pediatra, e alla dottoressa Emanuela Eboli, psicologa. “Nella primavera del 2020 – ha spiegato il dottor Milanesi – i casi tra i bambini erano pochissimi e nessuno grave, ma come tutti hanno subito il trauma del lockdown, con la sospensione delle attività sociali, dello sport, la privazione degli amici, la convivenza forzata talvolta in ambienti ristretti, ma c’era comunque fiducia. Dopo l’estate 2020 i casi sono aumentati, così come le quarantene, alcuni hanno perso i nonni, gli zii o addirittura i genitori. Dei quasi mille pazienti che seguo, 120 hanno contratto l’infezione e molti di più sono stati almeno una volta in quarantena”.

Molti bambini nel nostro Paese, come ha ricordato il pediatra, hanno mostrato sintomi lievi o sono risultati asintomatici, ma non tutti sono stati così fortunati, con circa 35 decessi nella fascia fino ai 19 anni, di cui 14 tra i minori di dieci anni. A questo si aggiungono le patologie da long covid, ma anche un aumento di casi di depressione, ansia e attacchi di panico. La differenza tra il modo in cui i più giovani hanno affrontato il primo lockdown e le chiusure successive avvenute dall’autunno del 2020 è netta, come ha sottolineato anche la dottoressa Eboli: “A novembre non c’erano più arcobaleni, non si cantava più sui balconi; quando una pandemia dura così tanto tempo si finisce per ridimensionare le aspettative, è una modalità di sopravvivenza, si vivono tutti i giorni senza chiedere troppo e questo si traduce in una serie di giorni uno uguale all’altro. Quando questo dura per troppo tempo rende apatici, depressi, aumenta l’ansia”. Stati d’animo che i bambini più piccoli non sono ancora in grado di contenere come gli adulti ma che riescono ad elaborare attraverso la creatività, come è successo con i disegni contenuti nel video. Uno spazio, quello riservato a questo tipo di elaborazione, che i bambini hanno ancora alla scuola dell’infanzia e alla primaria ma che diventa molto più limitato se si parla di ragazzi più grandi. “Dopo questi due anni li sportelli d’ascolto hanno le liste piene e i finanziamenti non sono sufficienti, – ha aggiunto – c’è stata un’anticipazione dei tempi di insorgenza di depressione e ansia, ma siamo sicuri che sia tutta colpa della pandemia? La pandemia ha scoperchiato il vaso di Pandora, con la chiusura in casa e l’abuso di dispositivi elettronici”.

Un tema importante, che spesso resta ai margini della discussione che ruota attorno alla pandemia e che è stato possibile approfondire grazie al progetto realizzato dalla Pubblica Assistenza. Un lavoro sottolineato con soddisfazione anche dal presidente dell’associazione Settimo Lipani: “Dire che ringrazio i volontari sarebbe riduttivo. Un grazie a tutti i dipendenti che ci mettono nella condizione di mandare avanti l’associazione e al consiglio della Pubblica Assistenza che mi supporta e sopporta. L’anno scorso non abbiamo potuto organizzare la festa, quest’anno siamo tornati a farla e abbiamo anche l’inaugurazione di due nuovi mezzi sociali. L’associazione in questo momento è un cantiere, stiamo lavorando per dare il primo piano alla Asl e speriamo di riuscire a farlo per gennaio. Ma non ci fermiamo qui, abbiamo ancora tante idee. Ringrazio tutti i predecessori che ci sono stati in questi 166 anni, senza di loro tutto questo non ci sarebbe”.

Valentina Tisi