La “scuola” di don Armido e tanta normalità. Covid, la Rsa di San Mauro promossa a pieni voti

SIGNA – Che la situazione, ogni giorno che passa, stia tornando sempre più gradualmente alla normalità, lo dimostra il suo sorriso, più rilassato rispetto a qualche settimana fa, quando ci eravamo sentiti nel pieno dell’emergenza sanitaria. Maurizio Bini è il presidente della Rsa “Monsignor Olinto Fedi”, con sede a San Mauro, struttura che ospita attualmente […]

SIGNA – Che la situazione, ogni giorno che passa, stia tornando sempre più gradualmente alla normalità, lo dimostra il suo sorriso, più rilassato rispetto a qualche settimana fa, quando ci eravamo sentiti nel pieno dell’emergenza sanitaria. Maurizio Bini è il presidente della Rsa “Monsignor Olinto Fedi”, con sede a San Mauro, struttura che ospita attualmente 38 persone e che grazie a una “chiusura” effettuata in anticipo, rispetto a quanto stava succedendo a livello regionale e nazionale, e per “step”, è riuscita a preservare ospiti e personale da tutti i rischi legati ai contagi da Covid-19. In un primo momento, infatti, alla fine di febbraio, era stato vietato l’ingresso a chi avesse avuto febbre o problemi respiratori mentre i parenti potevano accedere solo su appuntamento; poi, il 5 marzo, le visite potevano avere una durata di soli 15 minuti con misurazione della temperatura corporea. Infine, il 9 marzo, è stato il momento della chiusura totale, prevenendo quindi quanto poi è stato deciso nelle settimane successive. Ed è tuttora chiusa alle visite, nel rispetto dei protocolli dettati da Asl e Regione.

“Chiudere preventivamente – spiega Bini – senza dubbio ci ha aiutati. Da subito sono stati utilizzati mascherine e prodotti importanti per la sanificazione. Certo, sono stati mesi vissuti con grande apprensione ma il personale ha continuato a svolgere il proprio lavoro con grande professionalità e impegno”. E gli ospiti? “Si sono resi conto della situazione, soprattutto perché non c’erano più le visite dei parenti. Ovviamente c’è chi ha sofferto di più della situazione ma da parte nostra abbiamo fatto tutto il possibile, e lo stiamo facendo tuttora, per accompagnarli in questo percorso. Con le giornate portate avanti tutto sommato nel segno della normalità e della continuità con quello che era stato fatto nelle settimane precedenti”. Bello sentire parlare di “normalità” mentre intorno spesso è stato il “caos”. Ma in una struttura – oltre che in un consiglio di amministrazione guidato attualmente dal parroco di San Mauro, don Robert Swiderski – nata e cresciuta alla “scuola” di don Armido Pollai, per tutti il “priore”, colui che all’inizio degli anni Ottanta volle fortissimamente la Rsa, non poteva essere diversamente.

“Don Armido – continua Bini – ci ha insegnato tanto: innanzitutto a mettere al primo posto l’importanza della persona ma anche a muoversi non come se il rischio non ci fosse ma senza paura. Ed è un messaggio che è stato trasmesso di presidente in presidente fra tutti quelli che mi hanno preceduto. Tutte persone che più si va avanti e più restano come esempi”. Ora, però, bisogna guardare anche al futuro, “a un futuro in cui è fondamentale che il virus perda la forza che ha avuto fra marzo e aprile. Quello che conta, e che per noi è sicuramente uno stimolo a fare sempre meglio, – conclude Bini – sono la storia della Rsa, dalla sua apertura ai giorni nostri, e l’attaccamento delle persone che la guidano e che ci lavorano. Valori fondamentali per guardare avanti con fiducia”.

N.B. La fotografia senza mascherine è stata scattata precedentemente all’emergenza sanitaria