La “Signa che vorrei” muove i primi passi: inaugurata la sede elettorale della candidata a sindaco Monia Catalano

SIGNA – Taglio del nastro, questa mattina a Signa, della sede del comitato elettorale scelta dalla candidata a sindaco Monia Catalano. Proprio dietro il Comune, in via Giovanni XXIII, dove ha dato appuntamento a cittadini, simpatizzanti e a chi la sta accompagnando in questa avventura, Gianni Vinattieri (Uniti per Signa), Marco Colzi e Giuseppe Caiolo, […]

SIGNA – Taglio del nastro, questa mattina a Signa, della sede del comitato elettorale scelta dalla candidata a sindaco Monia Catalano. Proprio dietro il Comune, in via Giovanni XXIII, dove ha dato appuntamento a cittadini, simpatizzanti e a chi la sta accompagnando in questa avventura, Gianni Vinattieri (Uniti per Signa), Marco Colzi e Giuseppe Caiolo, che daranno vita ad altrettante liste civiche vicine entrambe al proprio orientamento politico. “Un esperimento già riuscito”, ha commentato qualche simpatizzante di Rifondazione Comunista. “Questo – ha tenuto a ribadire Catalano – sarà sì la sede della campagna elettorale, ma soprattutto un luogo di confronto e di costruzione della Signa che vorrei”.

O, come spiega su Facebook, Francesco Stellacci, che non rinnega la propria appartenenza a sinistra, “chi non comprende (o non vuole comprendere) l’alternativa rappresentata dalla candidatura civica di Monia Catalano, sbrigativamente e strategicamente definita come il “competitor” di centro-destra condita con una sinistra minoritaria, “geneticamente modificata” e post-ideologica, chi sin d’ora inorridisce al pensiero di presunti “fascisti” che dialogano con sconsiderati “ex comunisti”, venga ad ascoltare quello che propone Monia Catalano nei suoi incontri, ne colga l’essenza programmatica prima di giudicare. Nessun “minestrone”, tranquilli, ma partiti e forze di destra, di centro e di sinistra che hanno fatto a Signa uno storico e responsabile “passo indietro” non per proporre o imporre ma, una volta tanto, per ascoltare le esigenze popolari di tutti i cittadini, comunque la pensino, comunque si collochino o si siano collocati politicamente, per provare a dargli delle risposte concrete e immediatamente fattibili, dalle più semplici, le più banali ma indispensabili, alle più ambiziose, per far nascere una Signa nuova, solidale innanzi tutto con i più deboli, gli ultimi, ma allo stesso tempo aperta al progresso, alla semplificazione burocratica, ad uno sviluppo compatibile, al tentativo di tornare a contare sul tavolo metropolitano, non come Comune subalterno, ma complementare alla realtà fiorentina”.