La speranza? “Ha il volto” di un albero. E gli alunni della quinta A della Marco Polo la vogliono vedere crescere nel giardino della loro scuola

CAMPI BISENZIO – Hanno voluto che dei cinque anni passati insieme fra i banchi di scuola restasse un ricordo indelebile. E, al tempo stesso, che fosse un seme, un germoglio destinato a crescere e da prendere come esempio, come messaggio di speranza. Già, perché l’albero che gli alunni della quinta A della scuola Marco Polo, […]

CAMPI BISENZIO – Hanno voluto che dei cinque anni passati insieme fra i banchi di scuola restasse un ricordo indelebile. E, al tempo stesso, che fosse un seme, un germoglio destinato a crescere e da prendere come esempio, come messaggio di speranza. Già, perché l’albero che gli alunni della quinta A della scuola Marco Polo, dell’Istituto comprensivo La Pira, hanno voluto piantare nel giardino della loro scuola si chiama proprio “Hope”, che in inglese vuol dire speranza. Tutti, infatti, sappiamo bene cosa sono stati gli ultimi due anni per ciascuno di noi; due anni segnati dall’emergenza sanitaria, da problemi su problemi e che ci hanno costretti, i piccoli più dei grandi, a troppe privazioni. Ecco perché soprattutto adesso c’è bisogno di speranza, come è descritto molto bene in quella che è la presentazione del “progetto” da parte degli stessi alunni: “Purtroppo gli ultimi due anni non ci hanno permesso di fare quello che ogni alunno dovrebbe vivere durante il proprio percorso”. Non solo scolastico, aggiungiamo noi… “Ed è anche per questo motivo – scrivono i bambini della quinta A – che abbiamo deciso di creare questo momento”. Un momento preparato, studiato nei minimi particolari e che fosse tutto loro, che sancisse un legame destinato a restare per sempre. Quante amicizie, vale anche per chi scrive, nate alle elementari sono rimaste molto più forti, quasi indissolubili, rispetto a quelle del liceo o magari dell’università? Da qui l’idea di piantare un albero, “un albero ricordo della nostra presenza in questa seme come simbolo di vita e crescita di radici che si saldano nel terreno; e chioma rigorosa e colorata, un albero che fa ombra e che protegge e dà refrigerio a chi c’è già e a chi verrà dopo di noi”.

“Le radici sono la scuola, la base salda per il nostro futuro, il tronco le nostre maestre, protezione e strada per tutti noi i rami e le foglie per crescere forti e belli, e “pieni”, dirigendoci, verso i percorsi più belli”. Speranza che emerge quasi come un grido, speranza che questi bambini emanano non fosse altro che per la loro giovane età. L’idea di lasciare un segno parte tutta da qui, dopo essersi “riuniti” nel giardino della scuola insieme alle loro insegnanti: in una società, infatti, infatti, dove quasi sempre vieni nominato o ricordato solo se fai qualcosa di negativo, loro stati e sono un esempio positivo. “I nostri bambini, insieme alle maestre Elisa Lana e Maria De Vincenti e agli altri colleghi – dicono i genitori – hanno voluto lasciare in ricordo di cinque meravigliosi anni quello che adesso è un “alberello”, con la speranza che sia curato e fatto crescere da chi verrà dopo di loro”. Così, con il consenso del Comune di Campi e l’autorizzazione della dirigente scolastica, martedì scorso, 7 giugno, alcuni nonni e genitori hanno presenziato alla nascita di “Hope” con tanto di presentazione da parte dei bambini insieme a tanti lavori svolti per l’occasione e con un balletto finale. Una “coreografia” che ha voluto dare un ulteriore messaggio di speranza, quei messaggi di cui c’è tanto bisogno soprattutto nella fase storica che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. Per questo, ma non solo, i genitori “ringraziano in maniera particolare le maestre che hanno realizzato tutto questo, per l’impegno mostrato nel progetto ma soprattutto per la pazienza che hanno avuto in tutti questi cinque anni e dopo un periodo buio come quello appena trascorso. Avevamo proprio bisogno di un po’ di speranza, la nostra è stata piantata nel giardino della Marco Polo”.