La storia delle “magliaie” signesi nel libro dell’associazione Exinea

SIGNA – C’è la storia di gran parte delle famiglie signesi nel libro “Appunti di maglia” scritto dall’associazione culturale Exinea, che è stato presentato ieri sera alla Salablù del centro culturale Boncompagno da Signa. E anche per questo la sala era strapiena. Tanti signesi con una storia comune, cominciata nella maggior parte dei casi nel […]

SIGNA – C’è la storia di gran parte delle famiglie signesi nel libro “Appunti di maglia” scritto dall’associazione culturale Exinea, che è stato presentato ieri sera alla Salablù del centro culturale Boncompagno da Signa. E anche per questo la sala era strapiena. Tanti signesi con una storia comune, cominciata nella maggior parte dei casi nel primo dopoguerra e continuata, per alcuni, fino ad aggi, per altri conclusa negli anni Novanta. Presente anche il sindaco Alberto Cristianini che ha salutato le autrici, Terza Agnoletti, Nicoletta Battisti, Maria Anita Borgioli, Gabriella Ceccarelli, Alfina Favara, Laura Lombardi, Anna Panerati, Concetta Todaro. “Proprio in questi giorni abbiamo inaugurato la nuova piazza della stazione – ha detto Cristianini – e questo luogo ha molto legame con la storia che voi raccontate in questo libro, delle famiglie signesi che producevano, portavano le maglie alla stazione o aspettavano il carico della merce”. L’assessore alla Cultura Giampiero Fossi ha poi portato sul palco una rocchella della macchina da maglieria di sua madre. “Io in Castello ci sono cresciuto in mezzo alle macchine – ha raccontato – mia mamma aveva imparato tutto alla fabbrica Brogi poi aveva deciso di fare il grande salto e mettersi in proprio. Allora tutta Castello era una fabbrica diffusa, in ogni casa c’era una macchina e tutti lavoravamo, nessuno si dava fastidio anche se le macchine andavano la notte. Era il rumore del lavoro, una cosa sacrosanta”.

La presidente di Exinea Terza Agnoletti, a nome di tutte le socie, ha ringraziato tutti i signesi che hanno voluto aprire i loro cassetti di fotografie e hanno raccontato la loro storia. “E’ stato un primo passo per recuperare questa memoria – ha detto – che fa davvero parte del tessuto sociale del nostro paese”. Le autrici hanno poi letto brani delle testimonianze, di signore che avevano imparato a fare la maglia da ragazzine insieme alle loro famiglie: spesso ci si indebitava per acquistare un nuovo macchinario e quando arrivava era così grande che per farlo entrare in casa dovevano essere abbattute delle porte o i cortili. Tra un brano e l’altro, una cantante ha eseguito canzoni dell’epoca, da “Baciami piccina” a “Nel blu dipinto di blu”.

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