La storia di Lily e della sua famiglia: il dopo terremoto che non finisce

CALENZAO – Lily non sa che fare, non sa “a che santo votarsi”. E’ una storia la sua che dovrebbe essersi conclusa, che dovrebbe averla fatta uscire dal tunnel e invece, Lily ancora non vede la luce in fondo, ma ci spera. Lily e la sua famiglia stanno cercando da mese di uscire dall’incubo del […]

CALENZAO – Lily non sa che fare, non sa “a che santo votarsi”. E’ una storia la sua che dovrebbe essersi conclusa, che dovrebbe averla fatta uscire dal tunnel e invece, Lily ancora non vede la luce in fondo, ma ci spera. Lily e la sua famiglia stanno cercando da mese di uscire dall’incubo del terremoto, quello che il 9 dicembre 2019 ha “scosso” la notte degli abitanti del Mugello. Non è una storia della Piana fiorentina, ma è una vicenda che ha coinvolto per un periodo anche il Comune di Calenzano.

Per la famiglia di Lily quella scossa c’è ancora e il “dopo terremoto” è diventato una quotidianità. Nella notte della paura quando le pareti e i mobili hanno cominciato a ballare, la casa che la famiglia di Lily avevano affittato, ha subito gravi danni. Così lei insieme al marito e ai due figli, Laura e Kevin, dopo quella notte sono stati ospitati in un tendone allestito dalla Pubblica assistenza. Un rifugio dove sono rimasti per lungo tempo. “Siamo stati lì due settimane – racconta Lily – dividevamo gli spazi con altre persone poi alla fine, come ultimi del gruppo siamo stati spostati in un albergo di Calenzano”.

In questa situazione, spiega Lily, le cose si sono complicate soprattutto per i figli che, dopo la pausa natalizia dovevano tornare a scuola. “A quel punto eravamo a Calenzano ma Laura e Kevin dovevano proseguire l’attività scolastica con difficoltà per la distanza tra il nostro nuovo rifugio e la scuola”. In questa situazione “con le valigie sempre in mano” la famiglia ha dovuto fare i conti anche con l’approvvigionamento alimentare e con il lavoro. “Per fortuna mio marito ha continuato a lavorare – spiega Lily – mentre per mio figlio, che ha problemi di alimentazione, è stato difficile preparare ogni giorno la dieta adatta alle sue esigenze”. In albergo non c’è, infatti, la possibilità di poter conservare il cibo e tanto meno cucinarlo, non è possibile lavare gli abiti, bisogna spostarsi e cercare una lavanderia: insomma non è una vita che si può contuare a fare per quattro mesi. In tutta questa vicenda che sembra non avere fine, Lily continua a chiedere al Comune di residenza se per loro si rende disponibile una soluzione più dignitosa, ma niente si muove. Si muovono invece loro quattro, perché l’albergo ha nuovi clienti e non può ospitarli ancora e quindi vengono spostati in un altra struttura ricettiva a Barberino dove restano per un altro periodo e poi spostati di nuovo in un agriturismo a Montecarelli. “La nostra casa è stata dichiarata inagibile – dice Lily – e non so quando potremo tornarci. Non abbiamo mai chiesto nulla, ma sappiamo che il Comune e abbiamo chiesto di poter rientrare nel bando di emergenza, ma ci è stato detto che non è stato fatto alcun bando. Quanto dovremo continuare così?” Come e dove state vivendo questa situazione di emergenza sanitaria? “Male, con paura come tutti, certo – dice Lily – ma per noi è un vero incubo perché siamo molto esposti”.