La storia di Patrizia e Maurizio che saranno sfrattati il 16 luglio

SESTO FIORENTINO – Da 34 anni insieme, una vita intensa di lavoro che, tutto a un tratto, finisce a causa di una terribile malattia. È la storia di Patrizia e Maurizio che, il prossimo 16 luglio, saranno costretti a lasciare la casa dove abitano per via di uno sfratto esecutivo per morosità. “Nel 2005 mio […]

SESTO FIORENTINO – Da 34 anni insieme, una vita intensa di lavoro che, tutto a un tratto, finisce a causa di una terribile malattia. È la storia di Patrizia e Maurizio che, il prossimo 16 luglio, saranno costretti a lasciare la casa dove abitano per via di uno sfratto esecutivo per morosità.
“Nel 2005 mio marito ha iniziato ad accusare problemi di salute  – spiega Patrizia – le cose sono andate peggiorando, fino al 2013, quando abbiamo dovuto chiudere il laboratorio che ci dava da vivere”. Immediatamente le difficoltà economiche che hanno costretto la famiglia a vendere mobili, i beni preziosi posseduti fino a dover smettere di pagare l’affitto. Poi, nel marzo scorso, la comunicazione della Regione del riconoscimento dell’invalidità totale per Maurizio e la concessione di un assegno di assistenza. “Ma i soldi non li abbiamo ancora ricevuti – spiega Patrizia – e nonostante abbiamo chiesto un’alternativa per la casa ci siamo persi nella burocrazia più complicata che poteva esserci”. Forse, per una famiglia appartenente, diciamo, al ceto medio è rimasto da subito difficile affrontare una situazione che, in altri periodi, avrebbero affrontato con risorse proprie e in piena autonomia. E allora è iniziato un rapporto con il “pubblico” che però ha riservato, per loro, una realtà ce non si aspettavano. In pratica non c’è posto per loro nelle graduatorie per le case popolari visto che “non è tempo di bando” e l’unica possibilità sarebbe dividere la coppia: lui in un qualche istituto per infermi, lei ospite di qualche organizzazione benefico-umanitaria.
“Per ne non ci sarebbero problemi anche per andare a dormire sotto un ponte – dice Patrizia – ma per Maurizio la situazione è diversa e decisamente più complicata”.
A questo punto Patrizia spera nell’arrivo dell’assegno da parte della Regione e, magari, in una soluzione, seppur provvisoria, da parte del Comune. Intanto manca un mese all’intervento della forza pubblica.