La Toscana un anno dopo l’epidemia: l’economia? Per Cgil e Regione preoccupazione e speranza si mischiano insieme

FIRENZE – “Toscana un anno dopo l’epidemia”: questo il tema del rapporto Irpet presentato ieri con una diretta Facebook a cui hanno partecipato anche Regione, associazioni di categoria e sindacati. Con una tavola rotonda conclusiva alla quale, per la Cgil, era presente Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana: “Intensificare la campagna vaccinale ci aiuterebbe ad affrontare […]

FIRENZE – “Toscana un anno dopo l’epidemia”: questo il tema del rapporto Irpet presentato ieri con una diretta Facebook a cui hanno partecipato anche Regione, associazioni di categoria e sindacati. Con una tavola rotonda conclusiva alla quale, per la Cgil, era presente Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana: “Intensificare la campagna vaccinale ci aiuterebbe ad affrontare meglio il futuro, che ci preoccupa per l’economia, come ha certificato il rapporto Irpet, e per la tenuta sociale. Ci sono questioni nazionali che si intersecano con quelle regionali. Noi chiediamo al Governo la proroga a ottobre del blocco dei licenziamenti per tutelare i lavoratori alle prese con aziende in riorganizzazione e digitalizzazione, e per scongiurare quindi un peggioramento del disagio sociale. Nel mentre, sempre col Governo occorre discutere di una riforma degli ammortizzatori sociali: ogni lavoratore ha diritto a tutele a prescindere del settore di appartenenza”.

E ancora: “La Toscana ora è attesa dalla sfida di attivare le risorse del Pnrr e dei fondi europei. Prima di tutto, dobbiamo discutere di quale Toscana vogliamo avere dopo l’esperienza della pandemia, che ha messo in crisi il modello di sviluppo esistente. Ora serve un nuovo modello di sviluppo, più sostenibile, per questo va aggiornato il Patto per lo sviluppo che abbiamo siglato in Regione: è un tema di responsabilità che riguarda ognuno di noi, non servono visioni parziali che produrrebbero solo interventi parziali. La Toscana è sempre stata ai vertici degli indicatori socio-economici, ora non deve rimanere indietro ad altre regioni: buttiamo il cuore oltre l’ostacolo, rimettiamo le persone al centro, dichiariamo lotta alla rendita a partire dal turismo, combattiamo le diseguaglianze esplose con la pandemia, raccogliamo le sfide dell’ambiente e della sostenibilità. Costruiamo priorità strategiche condivise per arrivare ad azioni mirate per un lavoro stabile, di qualità, con diritti e sicurezza”.

E se c’è preoccupazione – ma anche qualche filo di speranza con le riaperture – fra i rappresentanti delle categoria economiche e i sindacati per la crisi innescata dall’epidemia da Coronavirus, anche la Regione si mantiene sulla stessa linea: “I numeri del rapporto Irpet – si legge in una nota – raccontano di perdite a due cifre, con l’incognita di 94.000 posti di lavoro ibernati con il blocco dei licenziamenti che solo nei prossimi mesi si vedrà come potranno essere recuperati”. “Sono numeri che danno l’idea di una fase di una crisi acuta con riflessi economico sociali potenzialmente gravissimi, – commenta l’assessore all’economia Leonardo Marras, intervenuto in apertura di seminario – dobbiamo recuperare presto la vocazione internazionale della Toscana con il turismo e settori più esposti ai mercati internazionali, fra tutti il comparto della moda. Dobbiamo farlo grazie al Recovery Plan con investimenti pubblici e attraverso la nuova programmazione comunitaria, con il confronto con il tessuto produttivo, le rappresentanze delle imprese e i sindacati”.

“E’ evidente – ha aggiunto – che dobbiamo avere strumenti pronti. Servono provvedimenti che aiutino le imprese a ritrovare spazio per nuovi investimenti. Dobbiamo evitare che la fase critica di transizione non si traduca in una fase tragica dal punto di vista sociale. Il governo sta presentando il proprio piano alla Commissione europea. Le Regioni e quindi anche la Toscana devono seguire con attenzione e poi applicare con precisione quello che sarà il complesso di iniziative che il Recovery darà all’Italia”.

“Formazione e lavoro” sono invece i grandi temi della ripartenza secondo l’assessore Alessandra Nardini, che il seminario, ricco di spunti e durato oltre due ore, l’ha concluso. “Dobbiamo superare – dice – il disallineamento che ancora esiste tra le competenze che escono dal sistema scolastico e universitario e le esigenze delle nostre imprese e del nostro tessuto economico-produttivo. Da questo punto di vista occorre più integrazione tra formazione e lavoro: un obiettivo centrale per garantire occupazione e per aumentare innovazione e competitività delle aziende. Oggi, però, non possiamo limitarci a dire che vogliamo difendere e aumentare l’occupazione. Dobbiamo anche dire che vogliamo un’occupazione stabile e sicura, che vogliamo creare lavoro di qualità e non sottopagato. Questa deve essere la nostra prospettiva e la nostra ambizione”.

“Credo che questa pandemia debba farci riflettere e ripensare il nostro modello di sviluppo e le nostre priorità – prosegue – e aggiungo che dobbiamo insistere sulla questione dell’occupazione femminile. Nel nostro programma di legislatura abbiamo voluto inserire il progetto ATI, dedicato al tema del lavoro e dell’emancipazione delle donne, perché crediamo che un paese e una regione che non scommettono sul talento, sulle competenze, sulle potenzialità del mondo femminile rinunciano a fare il salto di qualità necessario in questo momento e più in generale a una vera ripartenza in tutti i settori”. “Giovani, donne, occupazione stabile e di qualità – conclude Nardini – devono essere le parole d’ordine, perché non possiamo permetterci di lasciare qualcuno indietro e soprattutto non possiamo tradire il Dna della Toscana, che è sempre stata una terra di lavoro ma anche di diritti e dignità del lavoro”.