Lavori del Consorzio di Bonifica al muro del torrente Chiosina

CALENZANO – Si concluderanno in questo mese i lavori di rifacimento di parte del muro lungo il torrente Chiosina. L’intervento è del Consorzio di bonifica area fiorentina ed ha un costo di 102mila euro di cui 86mila euro finanziati dalla Regione e i restanti 16mila euro dal Consorzio. Il muro in alcuni tratti, tra via […]

CALENZANO – Si concluderanno in questo mese i lavori di rifacimento di parte del muro lungo il torrente Chiosina. L’intervento è del Consorzio di bonifica area fiorentina ed ha un costo di 102mila euro di cui 86mila euro finanziati dalla Regione e i restanti 16mila euro dal Consorzio.
Il muro in alcuni tratti, tra via Giusti e via Vittorio Emanuele, è danneggiato e alcune parti sono crollate, in seguito ad un sopralluogo i tecnici del Consorzio hanno deciso l’intervento per consentire un corretto e sicuro deflusso delle acque.
I lavoro riguardano la ripresa di una breccia lungo il muro d’argine posto in sinistra idraulica a monte di via Giusti e la ripresa di due porzioni di murature franate in destra e sinistra idraulica a valle della stessa via Ginori. Verrà costruito un nuovo parapetto, anch’esso in muratura di pietrame, che si trova a monte di via delle Carpugnane, al di sopra dell’attuale muro in calcestruzzo rivestito, e due nuovi muri in pietra con funzione di parapetto posti in destra e sinistra a monte della passerella pedonale in località Fogliaia. Inoltre saranno risistemati i muri con la costruzione di porzioni di parapetto mancanti e il ripristino di porzioni in precario stato di conservazione.

Chiosina (8)Tutte le opere di manutenzione e ripristino utilizzano tecniche e tipologie di intervento a basso impatto ambientale prevedendo l’esclusivo ricorso a murature in bozze di pietrame in analogia con le strutture esistenti.
“Nel corso dei cantieri, proprio in questi giorni – spiega il commissario del Consorzio di Bonifica Area Fiorentina, Marco Bottino – sono arrivate le richiesta di alcuni residenti che vorrebbero riaprire il varco esistente sull’argine e che permetteva loro di accedere all’alveo del fiume. Questo passaggio, realizzato presumibilmente subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, non è mai stato autorizzato, visto che si tratta di un varco dal quale potrebbe pericolosamente passare l’acqua in caso di piena. Da parte nostra siamo dunque obbligati a chiuderlo per garantire appunto la continuità dell’argine e il conseguente “effetto barriera” nei confronti dell’acqua. Ogni eventuale deroga a questa regola generale deve essere concessa dalla Provincia, che è l’ente predisposto a valutare situazioni di questo tipo”.