Lavori in piazza Stazione, Cristianini prosciolto: “Messa la parola fine a un anno di angherie”

SIGNA – Era un Alberto Cristianini (finalmente) disteso, e più sorridente, quello che oggi pomeriggio ha dato la notizia che attendeva da sempre. Almeno da un anno, ovvero da quando era iniziata la vicenda giudiziaria legata ai lavori di piazza Stazione che vedeva coinvolto lui e altri dipendenti comunali. “Prosciolto da ogni accusa perché il […]

SIGNA – Era un Alberto Cristianini (finalmente) disteso, e più sorridente, quello che oggi pomeriggio ha dato la notizia che attendeva da sempre. Almeno da un anno, ovvero da quando era iniziata la vicenda giudiziaria legata ai lavori di piazza Stazione che vedeva coinvolto lui e altri dipendenti comunali. “Prosciolto da ogni accusa perché il fatto non sussiste”: queste le parole pronunciate dal suo ufficio all’interno del palazzo comunale. Stamani, infatti, era prevista l’udienza preliminare, in tribunale a Firenze, di fronte al giudice Mario Profeta, un appuntamento che Cristianini aspettava con impazienza e al quale si è presentato accompagnato dagli avvocati Sabrina Bolognini e Michele D’Avirro. “Dopo venticinque anni di onestà, trasparenza e lavoro per l’interesse pubblico – ha detto Cristianini – non poteva che finire in questo modo. Mai avrei pensato di creare un danno ai cittadini di Signa e al Comune che amministro”. “In questi dodici mesi, però, – ha aggiunto – ho subìto soprusi e angherie ma almeno posso dire di essere andato sempre avanti per la mia strada a testa alta”. E adesso che la vicenda giudiziaria si è conclusa positivamente, Cristianini ha dichiarato anche di (ri)buttarsi anima e corpo nelle vicende politiche signesi, soprattutto in vista di un appuntamento che si preannuncia decisivo, a livello politico, per il nostro Comune: il congresso del Pd di metà ottobre: “Mi sento più forte di prima, adesso che finalmente sono sereno posso riprendere in mano tutta la situazione politica. Finalmente sono libero da un fardello che negli ultimi dodici mesi mi ha fatto pesantemente compagnia. Per questo ringrazio la “giustizia”, chi mi ha saputo ascoltare e ovviamente i legali che mi hanno difeso”.