Le campane e quei rintocchi rimasti “strozzati”: cronaca di una domenica “atipica”, senza Messe

SIGNA – Le campane erano suonate regolarmente. A San Mauro per annunciare la Messa delle 10.30, a Signa per quella delle 11. E, invece, quel suono è rimasto “strozzato” nei pernsieri di chi crede e si apprestava – o lo aveva già fatto – a recarsi in chiesa per la celebrazione liturgica. In tanti ignari del […]

SIGNA – Le campane erano suonate regolarmente. A San Mauro per annunciare la Messa delle 10.30, a Signa per quella delle 11. E, invece, quel suono è rimasto “strozzato” nei pernsieri di chi crede e si apprestava – o lo aveva già fatto – a recarsi in chiesa per la celebrazione liturgica. In tanti ignari del fatto che il decreto firmato nella notte dal presidente del Consiglio dei ministri, in materia di Coronavirus, avesse di fatto bloccato, anzi sospeso tutto fino al 3 aprile. Comprese appunto le Sante Messe, come confermato dalla e-mail che il cardinale Betori aveva inviato a tutti i parroci della Diocesi di prima mattina. E così, dopo lo stupore iniziale e i primi “capannelli”, qualcuno ha iniziato a pregare singolarmente, altri hanno recitato il Rosario, a debita distanza l’uno dall’altro, altri ancora hanno cercato di capire meglio come stessero realmente le cose. In un clima surreale, con le panche vuote e il desiderio di tornare presto alla normalità. Poco spazio, anzi nessuno spazio alla tecnologia, come è successo per esempio in altre parrocchie di Firenze o della Piana (a Sesto, per esempio, la Messa nella Pieve di San Martino ieri mattina è stata trasmessa on line sul canale Youtube della parrocchia) ma la preghiera tradizionale, quella che sicuramente “aiuta” di più . E anche sui social, non è mancato il dibattito, fra chi chiedeva e si chiedeva perché “si sospendono le Messe ma circolano gli autobus, i treni, sono aperti i bar, i ristoranti, cosa si ottiene?” e chi si auspicava che “i parroci di Signa sospendessero la visita straordinaria alla Beata”, invocando addirittura “l’intervento dei vigili urbani o dei carabinieri in caso di mancato rispetto delle norme sanitarie”. Ma c’è stato anche chi ha riportato la discussione sui binari dell’equilibrio affermando che “le chiese sono aperte quindi non credo sia compito di polizia sapere se l’urna della Beata sia visibile o no. Altrimenti si chiude tutto e allora zitti”. Poi, in serata, il nuovo messaggio del cardinale Betori, con cui ha ripetuto che “il provvedimento governativo non esige la chiusura delle chiese. Al contrario, sembra in qualche modo indicare nella preghiera privata una strada per continuare a nutrire la vita spirituale. Invitiamo pertanto la gente a coltivare l’atteggiamento di adorazione di fronte a quella Eucaristia che non possiamo più celebrare insieme”. E ancora: “Noi, peraltro, come sacerdoti è bene che continuiamo a celebrare la Santa Messa nella forma prevista dal Messale Romano come “Messa senza popolo”. Assicuriamo la nostra gente che attraverso questa celebrazione “senza popolo” la Chiesa e noi con essa continuiamo il rendimento di grazie al Padre nel memoriale della morte e risurrezione di Cristo, come offerta per il popolo, con particolare intenzione in riferimento alla dolorosa situazione dei nostri giorni”.  E, anche se idealmente, le campane sono tornate a suonare.

Pier Francesco Nesti