Le divertenti storie del lago di Andrea Vitali chiudono La città dei lettori

CALENZANO – Nella provincia nascono le storie migliori, ma sono quelle raccontate sulle sponde del lago, forse per l’atmosfera sorniona e pacata che lo circonda, a divertire. Lo sa bene Andrea Vitali, uno dei migliori e prolifici scrittori italiani, “raccontatore” di vicende umane. Sabato 4 settembre lo scrittore di Bellano, piccolo paese di poco più […]

CALENZANO – Nella provincia nascono le storie migliori, ma sono quelle raccontate sulle sponde del lago, forse per l’atmosfera sorniona e pacata che lo circonda, a divertire. Lo sa bene Andrea Vitali, uno dei migliori e prolifici scrittori italiani, “raccontatore” di vicende umane. Sabato 4 settembre lo scrittore di Bellano, piccolo paese di poco più di 3mila persone, affacciato sul Lago di Como, ha presentato alla biblioteca CiviCa due suoi libri “Vivida, mon amour” e “Un bello scherzo”. L’incontro ha concluso l’esperienza calenzanese della rassegna fiorentina “La città dei lettori”. 

Andrea Vitali, sollecitato da Olga Mugnaini, ha raccontato quando nel 2013 prese la decisione di lasciare l’attività di medico per dedicarsi definitivamente alla scrittura. Attività quest’ultima che l’ha portao a pubblicare una quarantina di volumi. “C’è stata da parte mia – ha detto – un’insofferenza per un lavoro diventato solo burocratico: trascorrevo più tempo davanti al computer che di fronte ai pazienti”. Vitali ha poi spiegato che durante la pandemia, per aiutare un collega, ha deciso di riprendere la professione sanitaria e in quell’occasione, tornando nelle case dei pazienti, ha detto, “mi ha fatto risentire il sapore di quello che vuol dire fare il medico”.

Vitali ha poi divertito il pubblico raccontando come nascono le sue storie. come sceglie i nomi, originali, dei suoi personaggi e come ricostruisce le storie degli anni Trenta e Quaranta. “Mi piace frugare negli archivi e mi trovo spesso a controllare giornali d’epoca – ha detto Vitali – per i nomi, invece, fin da piccolo sono rimasto colpito dal calendario di Frate Indovino che trovavo in casa delle mie zie. Lì ci sono nomi particolari che poi adatto per i miei personaggi”. Quelli di Vitali sono libri corali dove ogni personaggio è una storia a parte, anche i casi del maresciallo Ernesto Maccadò, sono di fatto storie polifoniche dove i personaggi raccontano ciascuno una verità diversa inciampando nel fraintendimento. Inevitabile il collegamento con Piero Chiara. “L’ho scoperto quando sono partito per il servizio militare e durante il viaggio in treno ho letto il libro La stanza del vescovo – ha raccontato – l’ho letto così tante volte che ero in grado di citare parti del romanzo a memoria”. Poi ha parlato di un libro che vorrebbe concludere “Il cappello di Alida Valli” ma che per ora è rimasto fermo. “Per iniziare un libro – ha detto – ho bisogno di partire da un titolo che mi piace e avere un finale”.