Lecore: dopo due anni tornano la festa di San Pietro e il “volo di Cecco Santi”

SIGNA – Fra tradizione e realtà, fra storia e volontà, quella tradizione, di mantenerla viva. E’ l’inizio di luglio e, dopo due anni di stop a causa dell’emergenza sanitaria, torna a Lecore il consueto appuntamento con la festa di San Pietro – a cui è intitolata la chiesa della frazione del Comune di Signa – […]

SIGNA – Fra tradizione e realtà, fra storia e volontà, quella tradizione, di mantenerla viva. E’ l’inizio di luglio e, dopo due anni di stop a causa dell’emergenza sanitaria, torna a Lecore il consueto appuntamento con la festa di San Pietro – a cui è intitolata la chiesa della frazione del Comune di Signa – e il volo di Cecco Santi. Pertanto, oggi e domani, sabato 2 e domenica 3 luglio sono tanti gli appuntamenti in programma in paese (in basso il programma completo).

Ma la tradizione “vuol dire” il “volo di Cecco Santi”, un volo che fa tornare alla mente tanti ricordi legati all’infanzia di chi oggi ha una cinquantina d’anni – ma non solo – e la sera appunto di Cecco Santi era una delle poche attrazioni nei caldi mesi estivi di una Piana che era completamente diversa rispetto a oggi. Più “sonnacchiosa”, più da ritrovo al circolo del paese, fra una briscola e una spuma, e da “villeggiatura” nel mese di agosto che da giornate mordi e fuggi in Versilia o viaggi esotici in infradito…

Una Piana bella e contadina e che per fortuna tante tradizioni ha saputo tramandarle. Ogni anno, infatti, la sera dell’ultima domenica di giugno o della prima di luglio, il “volo di Cecco Santi” vuole essere ancora oggi la rievocazione di un evento che ha origine quando la piccola frazione signese era un florido e indipendente borgo fiorentino, una tradizione che a Lecore si tramanda di generazione in generazione. Cecco Santi è il protagonista di molte leggende toscane: secondo la più attendibile si tratterebbe di un capitano di ventura che, per amore di una donna, fu accusato di tradimento e per questo gettato da una torre, salvandosi però miracolosamente. Il “capitano”, che da alcuni anni anche a Vinci subisce un simile trattamento, viene, secondo il “cerimoniale” lecorese, buttato a terra dall’alto, lungo una traiettoria inclinata: interpretando la sua planata, infatti, gli agricoltori fanno pronostici sul raccolto.

Fino a qualche anno fa il volo di Cecco Santi avveniva nella piazza di Lecore e partiva da una torre colombaria del Quattrocento; oggi si svolge invece nel grande spazio aperto di fronte al Circolo Ricreativo Lecore, grazie all’impegno di tanti volontari che per fortuna fanno rivivere l’antica tradizione. Cecco Santi è incarnato da un manichino di legno del peso di 80 chili, vestito da soldato, che viene fatto scivolare per circa 100 metri lungo un cavo di acciaio, fino a che non tocca terra. Appena questo avviene, i presenti si affrettano per andare a toccarlo perché si dice anche che farlo dopo il volo porti fortuna. 

Oggi, un po’ dovunque stiamo vivendo un vero e proprio recupero di tutte le tradizioni popolari, ma gli abitanti di questa piccola frazione del Comune di Signa sono sempre andati orgogliosi del loro Cecco Santi, anche quando – in modo particolare negli anni ’70 – questo tipo di celebrazioni, erano irrise come ingenue o superstiziose e sembravano destinate a scomparire. E allora stasera tutti con lo sguardo rivolto verso l’alto in attesa del volo.

Evelina Schwoch