Lega e FdI: “Da Pd e Noi siamo Signa un ordine del giorno sul Ddl Zan. Ma è inutile e dannoso”

SIGNA – Un ordine del giorno presentato dalla maggioranza in consiglio comunale nel mirino di Lega e Fratelli d’Italia. A spiegare perché sono Vincenzo De Franco e Marco Colzi, rispettivamente capo gruppo della Lega e coordinatore comunale signese di FdI. “Pd e Noi siamo Signa – dicono i due esponenti politici – hanno presentato, nel […]

SIGNA – Un ordine del giorno presentato dalla maggioranza in consiglio comunale nel mirino di Lega e Fratelli d’Italia. A spiegare perché sono Vincenzo De Franco e Marco Colzi, rispettivamente capo gruppo della Lega e coordinatore comunale signese di FdI. “Pd e Noi siamo Signa – dicono i due esponenti politici – hanno presentato, nel consiglio comunale del prossimo 25 gennaio, un ordine del giorno a sostegno del Ddl Zan sull’omofobia. Solo il fatto che con tutti i problemi che preoccupano i cittadini, il consiglio comunale sia sollecitato a discutere di una legge pleonastica, è la migliore dimostrazione che la sinistra, anche quella locale, vive in una realtà totalmente diversa da quella della gente comune. A noi pare ovvio che se una persona discrimina, aggredisce o violenta un altro individuo per qualsiasi motivo, debba essere punita”.

“La nostra opposizione è stata chiara alla Camera dei Deputati lo sarà anche al Senato e in ogni altra sede. È una battaglia di libertà e di democrazia e noi di Fratelli d’Italia saremo sempre in prima linea per combatterla”, aggiunge Colzi. “Esistono già leggi con cui, giustamente, reprimere ogni comportamento violento o persecutorio, chiunque sia la vittima, senza distinzioni. Altro è imbavagliare i cittadini. Per esempio si potrebbe arrivare ad accusare penalmente una persona che dichiara che una famiglia debba essere formata dalla mamma e dal papà. Ricordo quanto è accaduto in Francia, dove la cosiddetta legge Taubira è stata applicata, anche con arresti, verso persone ree di indossare in pubblico una felpa recante il logo della Manif pour tous, cioè un disegno con le sagome di un papà, di una mamma e di due bambini”, affermano De Franco e Colzi.

“Il vero obiettivo del Ddl Zan sull’omotransfobia non è, dunque, combattere le discriminazioni, ma introdurre un nuovo reato d’opinione. Perché non c’è niente di civile e moderno nel definire “omofobo” chiunque dica no alla barbarie dell’utero in affitto o difenda il diritto di un bambino ad avere un padre e una madre. Il nostro ordinamento tutela già oggi qualsiasi tipo di offesa alla persona a prescindere da quale che sia il suo orientamento sessuale e i dati ufficiali confermano che non c’è nessuna emergenza. Lo scopo di questa proposta è un altro: punire, mettere in carcere e rieducare chi non si allinea al mainstream. Lo ha ribadito anche il presidente della Cei, il cardinale Bassetti: “La libertà di pensiero non può essere discriminata perché ritenuta discriminante”, concludono De Franco e Colzi.