Lega e FdI “Sullo smantellamento del campo nomadi ancora troppe domande senza risposta”

SESTO FIORENTINO – “L’amministrazione comunale non è riuscita a rispondere compiutamente alle tante domande poste. Curioso però pensare che siano stati spesi euro 39.951,96 visto che sono stati gli stessi occupanti a smantellare la struttura”. E’ quanto affermano, in una nota, sullo smantellamento del campo nomadi di via Madonna del Piano e sulla risposta dell’assessore […]

SESTO FIORENTINO – “L’amministrazione comunale non è riuscita a rispondere compiutamente alle tante domande poste. Curioso però pensare che siano stati spesi euro 39.951,96 visto che sono stati gli stessi occupanti a smantellare la struttura”. E’ quanto affermano, in una nota, sullo smantellamento del campo nomadi di via Madonna del Piano e sulla risposta dell’assessore Camilla Sanquerin, Daniela Pancani, Lega Sesto Salvini Premier, Roberta Lancioni, Lega Sesto Salvini Premier, Filippo La Grassa, coordinatore Lega della Piana Fiorentina, Alessandro Scipioni, responsabile provinciale Lega.
“Fa ‘piacere’ sapere che per espresse dichiarazioni dell’assessore Sanquerin, lo sgombero del campo nomadi non ha gravato sulle tasche dei contribuenti in quanto sarebbero stati gli stessi occupanti a demolire le baracche. – proseguono gli esponenti della Lega nella nota – Sarebbe però curioso sapere se tale demolizione è avvenuta nel rispetto degli standard di sicurezza, soprattutto da parte dei fruitori delle baracche abusive”.

Gli esponenti della Lega chiedono se sono stati rispettati gli standard di sicurezza e se erano stati indossati “dispositivi di protezione individuale” durante la demolizione. “Appare curioso – prosegue la nota – che l’amministrazione comunale fosse concorde che tali lavori fossero eseguiti dagli stessi occupanti, salvo avesse verificato che fossero tutti ‘operai qualificati’ come previsto dai necessari requisiti di legge. Almeno siamo certi che lo smaltimento dell’ amianto sia stato eseguito da una ditta qualificata ma sarebbe bello che gli onesti contribuenti Sestesi potessero essere informati dei parametri utilizzati per concedere a costoro gli alloggi Erp. Presumiamo che su questo fossero titolati della necessaria residenza. Con il tempo avremo le risposte che andiamo invano cercando, anche rispetto alla trasparenza dei  fondi per gli alloggi temporanei e i contributi del mercato privato. Non da ultimo le risoluzioni dei percorsi per l’integrazione, dall’assessore Sanquerin definite di ‘prospettiva’ e pertanto non risolutive e certe rispetto all’ingente patrimonio investito. Sono stati infatti previsti 20.000 euro a famiglia per un totale di 210.000 euro per i nuclei familiari di etnia rom collocati presso abitazioni in affitto al di fuori del Comune di Sesto Fiorentino”.
La Lega si chiede se non fosse risultino il percorso verso l’indipendenza “i cittadini – dice la Lega – dovrebbero ancora farsi carico degli oneri di questo progetto e di eventuali debiti lasciati? Per quanto a lungo? Se alcuni nuclei familiari non riuscissero dunque a portare a termine l’integrazione, dove verrebbero ricollocati? Verrebbero loro assegnate nuovamente delle case popolari? Tante domande che necessitano di chiarezza, dovuta soprattutto a chi da tanto è in attesa di una casa popolare”.

Il responsabile comunale di Fratelli d’Italia, Romeo Rosano in accordo con i suoi organi provinciali e regionali, aggiunge: “Ho ascoltato con molta attenzione, la risposta verbale dell’assessore competente, ma non ho trovato dati che chiarissero la collocazione data a quelle 12 famiglie (circa 72 persone). Non è una folla immensa ma ci piacerebbe sapere con esattezza come sono state ricollocate sia in ambito comunale che extracomunale. Ci piacerebbe sapere con esattezza (visto che si opera con soldi della collettività) quanto realmente è costato e costerà tutta l’operazione chiusura campo”. Secondo Rosano lo smantellamento del campo “non può e non deve gravare interamente sulla spalle della collettività sestese. 35 anni sarebbero bastati a molti di loro per trovarsi lavoro e casa, sarebbero stati più che sufficienti per mettersi in regola con le leggi che guidano la società italiana tutta e visto che si dicono italiani, anche la loro comunità.
Non ci si racconti che sono disagiati da aiutare ed integrare perché non regge, non è credibile”.