Legambiente: “Nuovo ponte, così non va”, in tanti all’assemblea all’ex tiro a volo

SIGNA/LASTRA A SIGNA – “Una battaglia di civiltà per le comunità di Signa e Lastra a Signa”: questa la sintesi, attraverso le parole di Carlo Moscardini, presidente del circolo di Legambiente “di là d’Arno”, dell’assemblea di giovedì scorso all’ex tiro a volo, accanto allo stadio del Bisenzio ma soprattutto a quel ponte sull’Arno che unisce […]

SIGNA/LASTRA A SIGNA – “Una battaglia di civiltà per le comunità di Signa e Lastra a Signa”: questa la sintesi, attraverso le parole di Carlo Moscardini, presidente del circolo di Legambiente “di là d’Arno”, dell’assemblea di giovedì scorso all’ex tiro a volo, accanto allo stadio del Bisenzio ma soprattutto a quel ponte sull’Arno che unisce i due Comuni e che da tempo risente degli sforzi compiuti fino a oggi. La necessità di un nuovo ponte, quindi, è sotto gli occhi di tutti, non il progetto – secondo gli organizzatori dell’assemblea, da Legambiente a Italia Nostra, passando per Vas Onlus e Comitato nuovo ponte per la Piana, solo per citarne alcuni – che il prossimo 5 maggio dovrebbe avere il “verdetto” della Valutazione d’impatto ambientale.

Una data che non scoraggia Legambiente e soci, come ribadito dallo stesso Moscardini, che ha parlato, in caso di esito positivo al progetto, della possibilità di presentare nuove osservazioni e di ricorrere anche per vie legali. Partendo da un concetto di fondo ben preciso: “Noi siamo per il ponte – ha detto Moscardini in apertura di serata – ma non per questo ponte. Il frutto dell’assenza totale di un percorso partecipato e con la prospettiva di un impatto disastroso sia sul parco dei Renai che sul parco fluviale di Lastra a Signa”. Un intervento quasi da “one man show”, nel corso del quale ha rivolto un invito alle due amministrazioni a partecipare a un dibattito pubblico, “invito che fino a oggi hanno sempre declinato”. Tanti i cittadini presenti, “a conferma del fatto – ha aggiunto – che la cosa sta crescendo ed è sempre più simile a una palla di neve che sta scendendo dalla montagna e si sta diventando sempre più grande”.

L’assemblea, infatti, è servita per ribadire le problematiche già espresse del precedente incontro, quello del dicembre scorso, ovvero “che ci sono tante criticità nell’attuale progetto di nuovo ponte” e che “è arrivato il momento di smetterla di dire che non c’è impatto sul territorio. Stiamo parlando di un’opera che sarebbe alta venti metri in più rispetto, per fare un esempio, al Viadotto dell’Indiano”. Il circolo di Legambiente rivendica poi l’esistenza “di un progetto della Regione, risalente al 2018, con un tracciato più corto, meno impattante e più scorrevole di quello che ci vogliono “propinare”: perché non viene preso in considerazione? Per non parlare dei costi che guarda caso si attestano sempre sotto i 50 milioni, ovvero la soglia che farebbe scattare la gara europea e il percorso partecipativo. Adesso vediamo cosa succede il 5 maggio, noi ipotizziamo un altro rinvio: chi è che si assume la responsabilità di far andare avanti il progetto?”.