L’esperienza della Scuola popolare di Sesto nel libro di Sandra Nistri e Piero Bosi

SESTO FIORENTINO – Una breve ma intensa esistenza, quella della scuola popolare di Sesto Fiorentino, nata negli anni ’70 sulla spinta della necessità di fornire una istruzione a coloro che per vari motivi non avevano potuto continuare gli studi. Così Piero Bosi, Michele Gesualdi e Anna Parigi nei locali della Cisl di via Verdi nei […]

SESTO FIORENTINO – Una breve ma intensa esistenza, quella della scuola popolare di Sesto Fiorentino, nata negli anni ’70 sulla spinta della necessità di fornire una istruzione a coloro che per vari motivi non avevano potuto continuare gli studi. Così Piero Bosi, Michele Gesualdi e Anna Parigi nei locali della Cisl di via Verdi nei primi anni Settanta dettero vita alla scuola popolare per il raggiungimento della terza media, seguendo la filosofia di don Milani. Quella esperienza è diventata un libro “La scuola popolare di Sesto Fiorentino” scritto da Piero Bosi e Sandra Nistri edito da Apice Libri e presentato ieri 11 aprile alla Biblioteca Ragionieri insieme ad alcuni protagonisti di allora. Ad aprire la serata il sindaco Lorenzo Falchi che ha sottolineato l’importanza di questa documentazione che riapre un dibattito sulla scuola. E’ poi intervenuto Roberto Pistonina segretario generale Cisl Firenze e Prato che ha fatto il confronto tra la scuola di allora e quella odierna. Nella sala stracolma, tra i tanti presenti, molte personalità della vita pubblica sestese ma anche molti ex- studenti della scuola popolare, commossi nel vedere raccontare la loro storia. 
L’intervento di don Silvano Nistri è riuscito a catturare l’attenzione e anche l’animo dei presenti con una lettura: una delle ultime lettere di Michele Gesualdi, ormai malato e prossimo alla morte, che scriveva a Don Nistri ricordando la scuola. Gesualdi, dopo l’esperienza di Barbiana, era stato tra i co-fondatori della scuola popolare, ed infatti il libro porta una sua prefazione. “Con la scuola popolare, io e Michele abbiamo scardinato uno stereotipo che voleva la cgil impegnata a fianco dei lavoratori mentre la Cisl, cinghia di trasmissione della Democrazia Cristiana, era dalla parte dei padroni – ha ricordato Piero Bosi – La scuola fu da subito molto partecipata, infatti molti adulti all’epoca non avevano conseguito la licenza media. E i programmi erano all’epoca rivoluzionari, con anche visione dei film e dibattiti, come aveva insegnato Don Milani”. E’ stato ricercando e ritrovando i professori e gli studenti della scuola, e raccogliendo le loro testimonianze, che è stato costruito il libro, oltre che con documenti e foto d’epoca. “E’ stata una bella esperienza raccontare questa storia, che racconta tante storie – ha detto Sandra Nistri – In particolare mi ha colpito la profonda gratitudine che tutti gli studenti dimostravano e dimostrano ancora verso quelli che erano i loro professori. Del resto grazie alla scuola molte persone hanno potuto innalzare il proprio livello lavorativo, e i professori erano tutti volontari. Tra i tanti ci tengo a ricordare lo scomparso Vitaliano Parigi”.
Francesca Gambacciani