Li pagavano 3 euro l’ora per produrre borse: due arresti

CAMPI BISENZIO – Turni di lavoro da 14 ore al giorno, retribuzione appena sopra i 3 euro l’ora, niente riposi, pasti sul luogo di lavoro con cucine di fortuna e bombole a gas: come riporta Lady Radio, è quanto scoperto dalla Procura di Firenze e dalla Guardia di Finanza, che ha arrestato due imprenditori cinesi […]

CAMPI BISENZIO – Turni di lavoro da 14 ore al giorno, retribuzione appena sopra i 3 euro l’ora, niente riposi, pasti sul luogo di lavoro con cucine di fortuna e bombole a gas: come riporta Lady Radio, è quanto scoperto dalla Procura di Firenze e dalla Guardia di Finanza, che ha arrestato due imprenditori cinesi e sottoposto al divieto di dimora altri due orientali, parenti degli arrestati. Sequestrati beni per oltre mezzo milione di euro. Secondo le indagini i lavoratori stranieri, tra cui cinesi, pakistani e bengalesi, venivano trasportati in capannoni di Campi Bisenzio e qui impiegati nella lavorazione del pellame e nella fabbricazione di borse. Nell’ordinanza del gip Angela Fantechi si legge che i lavoratori erano tenuti in “uno stato di soggezione e sfruttamento”, con “macroscopiche violazioni degli orari massimi di lavoro e dell’assenza di riposi, con persone ridotte a mera forza lavoro”, in alcuni casi costretti anche a lavorare di notte per rispettare le consegne. Il gip riscontra anche lo “spregio di ogni norma di legge vigente, con totale evasione di imposta, evasione contributiva, e sfruttamento dei lavoratori, ed utilizzazione di prestanome”. I reati ipotizzati nell’inchiesta, coordinata dal Pm Christine Von Borries, sono quelli di caporalato, bancarotta fraudolenta, dichiarazione fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, oltre a quelli di raccolta e smaltimento illecito di rifiuti speciali. Secondo gli investigatori, una società di Roma con un’unità locale a Calenzano subappaltava le proprie lavorazioni a una delle società gestite dai due imprenditori arrestati, che a loro volta affidavano il lavoro a ditte individuali sempre riconducibili a loro e con una vita brevissima, di volta in volta “svuotate” per non pagare le imposte