Liberazione di Sesto. Il sindaco Falchi “non deve essere retorica, ma quello sforzo non deve essere vano”

SESTO FIORENTINO – Anche quest’anno la Liberazione di Sesto Fiorentino è stata celebrata senza corteo a causa delle normative anticovid. In piazza De Amicis davanti al Monumento al Partigiano si sono raccolte le persone per la deposizione della corona di alloro. La cerimonia, promossa da Comune di Sesto Fiorentino e Anpi, ha visto la presenza […]

SESTO FIORENTINO – Anche quest’anno la Liberazione di Sesto Fiorentino è stata celebrata senza corteo a causa delle normative anticovid. In piazza De Amicis davanti al Monumento al Partigiano si sono raccolte le persone per la deposizione della corona di alloro. La cerimonia, promossa da Comune di Sesto Fiorentino e Anpi, ha visto la presenza del presidente della Regione Eugenio Giani, del sindaco Lorenzo Falchi, dell’assessore di Calenzano Irene Padovani, dell’assessore di Signa Chiara Giachetti, della presidente del consiglio comunale di Campi Bisenzio, Eleonora Ciambellotti, dell’assessore del comune di Firenze Alessandro Martini e di Lorenzo Zambini per la Città Metropolitana, del presidente dell’Anpi locale Roberto Corsi e di Laura Giolli, di Aned.

Il sindaco ha ringraziato le associazioni che hanno il compito, ha detto, “di tramandare la memoria e anche di far rivivere quei valori che la Resistenza e la lotta di Liberazione hanno saputo contraddistinguere e regalare al nostro Paese. Dobbiamo evitare il rischio che queste manifestazioni e queste ricorrenze diventino solo ricorrenza retorica di fatti storici importanti, dobbiamo mettere tutto il nostro impegno di cittadini, istituzioni, forze sociali e politiche per far sì che quei valori che spinsero tanti giovani e meno giovani a salire sui monti e sostenere quella rivolta che portò alla Liberazione e far in modo che quel grande sforzo possa non essere vano ancora oggi”. Il sindaco ha poi parlato della situazione del Gkn. Il presidente della Regione ha sottolineato che i giovani oggi “non hanno più la testimonianza diretta che ha avuto la mia generazione – ha detto Giani – attraverso i racconti del padre o dei nonni o attraverso tante storie che hanno toccato tante famiglie. E’ sempre più un nostro dovere rendere non retorica ma fatto educativo quello che è senso della storia e della memoria”.