FIRENZE – A dodici anni di distanza dalla loro nascita i nuovi Consorzi di Bonifica e Irrigazione della Toscana hanno conquistato un ruolo strategico sia sul fronte della difesa del suolo che sul fronte della distribuzione collettiva dell’acqua alle imprese agricole. Il risultato si può riassumere in pochi grandi numeri. Nel giorno dell’operazione promossa da Anbi nazionale in tutte le regioni della penisola, la Toscana, si legge in una nota, “rivendica l’importanza della riorganizzazione della materia introdotta dalla legge regionale 79/2012, operativa dal 2013. Attraverso di essa, la Regione Toscana ha razionalizzato il sistema, superando la frammentazione delle competenze e affidando unicamente ai Consorzi di Bonifica (ridotti da 13 a 6) la gestione dei corsi d’acqua e l’irrigazione”.
Nel corso degli anni, il lavoro dei Consorzi si è ampliato, abbracciando sempre più temi connessi con la sicurezza, la tutela dei fiumi e del territorio, ma assumendo anche ruoli ancora non codificati, che oggi sono da sostenere e valorizzare. Tutto questo all’interno di uno scenario in cui i cambiamenti climatici da una parte contribuiscono a rendere il territorio potenzialmente più fragile, dall’altra mettono di fronte al problema della carenza idrica. “La scelta fatta dalla Regione nel 2012 si è rivelata visionaria e vincente, prova ne è il tentativo di molte altre regioni italiane di replicare la legge regionale 79/2012, – ha detto Serena Stefani, presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno a nome di tutti i consorzi – oggi, dopo 12 anni, i Consorzi ribadiscono il loro ruolo di enti preziosi, qualificati ed efficienti e sentono l’esigenza di chiedere alla stessa Regione Toscana di fare un passo avanti, semplificando alcuni procedimenti amministrativi che regolano i rapporti tra Consorzi e Regione, integrando le competenze dei Consorzi con alcune di valenza prettamente ambientale e valutando l’inserimento dei Consorzi nel sistema di Protezione Civile”.
“Oggi le competenze dei Consorzi vanno ben oltre da quelle designate dalla legge del 2012: sono enti di sussidiaria cogestione della Regione Toscana nell’ambito della bonifica, della difesa suolo e dell’assetto agricolo, – ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – abbiamo davanti una stagione che aprirà a un surplus di competenze e azioni affidate ai Consorzi. Una delle priorità è costituire un tavolo di lavoro per la semplificazione amministrativa: i Consorzi per la Regione non sono un soggetto un terzo, ma un organismo che opera per il bene generale e sicuramente è interesse di tutti non aggiungere burocrazia alla burocrazia. Lavoreremo per le richieste che quest’oggi sono state presentate: per integrare le loro competenze con alcune di valenza ambientale e per operare le giuste variazioni a livello legislativo perché si avverta la loro già fondamentale presenza nel sistema di Protezione Civile, di cui i Consorzi sono già parte integrante. L’obiettivo è anche quello di attribuire loro un sempre maggiore peso in tema di coprogettazione e coprogrammazione. In sintesi, i Consorzi saranno sempre più protagonisti dello sviluppo e della crescita sostenibile, del mondo agricolo, della difesa suolo e della Protezione Civile, in una Toscana che in questo contesto di trasformazioni climatiche deve attrezzarsi sempre più”.
“In un contesto di cambiamenti climatici e di fenomeni estremi come quelli che si sono verificati la scorsa estate che hanno provocato danni di un certo rilievo all’agricoltura, – ha aggiunto la vicepresidente e assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Stefania Saccardi – il ruolo dei Consorzi di Bonifica è cruciale, perché legato a una sfida a cui tutti siamo chiamati, al di là del solo esercizio e della manutenzione delle opere pubbliche di bonifica, laddove il raggiungimento degli scopi di difesa del suolo e di risanamento delle acque viene sempre più spesso affiancato dalla preziosa opera di una sempre più efficiente fruizione e gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale della risorsa. La Regione Toscana supporta l’azione dei Consorzi in particolare con i fondi comunitari. Dopo gli ultimi bandi della passata programmazione con i quali abbiamo finanziato 4 milioni in infrastrutture per migliorare la gestione della risorsa idrica, più altri 3 milioni di euro per ulteriori interventi a supporto delle infrastrutture irrigue consortili, con la nuova programmazione dello Sviluppo rurale PSP 2023-2027, abbiamo approvato un bando da 7 milioni per i Consorzi sugli investimenti in infrastrutture irrigue e di bonifica per la realizzazione o il miglioramento di invasi e delle reti. Investimenti a beneficio della preziosa opera che mettono in campo i Consorzi di bonifica di una sempre più efficiente fruizione e gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale della risorsa”.
Nel corso degli anni i Consorzi toscani si sono resi conto che, per raggiungere il fine della sicurezza idraulica, ha grande importanza l’aspetto ambientale: un ruolo, quello che i Consorzi svolgono in questo ambito, che sarebbe importante fosse oggi riconosciuto anche dalle norme regionali. Attualmente, infatti, gestire la difesa del suolo e fare manutenzione sui fiumi per i Consorzi significa anche occuparsi della flora e della fauna che compongono il loro ecosistema. l ruolo irrinunciabile dei Consorzi resta quello della prevenzione: attraverso la manutenzione ordinaria, attività spesso silenziosa ma imprescindibile, e mediante la messa a punto di opere per limitare il rischio. Quando si parla di natura, però, il rischio zero non esiste: il cambiamento climatico, che negli ultimi anni ci ha costretto a fare i conti con fenomeni meteo particolarmente intensi, e un suolo sempre più urbanizzato e cementificato, hanno messo a dura prova il territorio, nonostante le opere preventive di vigilanza e manutenzione costante sui corsi d’acqua. La Toscana, con 44 eventi estremi nel 2023, è alle spalle di Lombardia (62) ed Emilia Romagna (59), è fra le regioni in maggiore sofferenza. E quando c’è stato bisogno d’intervenire in emergenza i Consorzi non si sono tirati indietro, rappresentando alleati importanti, anche fuori Regione, in particolare durante allagamenti e fenomeni di dissesto idrogeologico. Siccità prolungate e ondate di calore hanno reso l’estate 2024 la terza più calda registrata dal 1955 nella nostra regione e, in prospettiva, preoccupa molto la scarsità della risorsa idrica. Assicurare la disponibilità della risorsa “acqua” attraverso sistemi di irrigazione collettiva diventa necessario per il mantenimento e lo sviluppo del settore agricolo.
“Altro fronte su cui i Consorzi chiedono l’appoggio della Regione riguarda l’integrazione delle progettazioni inserite attualmente nel Pniissi con tutte quelle presentate dai Consorzi di bonifica, – ha concluso Stefani – è necessario inoltre continuare a finanziare gli impianti irrigui e lavorare per costruire un sistema funzionale di grandi e medi invasi facilitando, nel contempo, il recupero di quelli aziendali esistenti. Ugualmente importante chiedere in tutte le sedi istituzionali la possibilità di consentire il finanziamento di impianti irrigui collettivi che vadano ad ampliare la superficie irrigabile attuale, rimuovendo il vincolo che oggi vieta questa possibilità. Infine, mettere in campo ogni azione possibile nel trasformare gli impianti di irrigazione singola in impianti collettivi”.