Lo Spedale di Sant’Antonio “si fa” in quattro: passa da qui la completa rinascita del centro storico di Lastra a Signa

LASTRA A SIGNA – Una data “storica”, il 28 gennaio, per il Comune di Lastra a Signa. Comune inteso come territorio nel suo complesso oltre che come struttura che ospita il sindaco e tutta l’amministrazione comunale. Nella giornata di oggi, infatti, è stato presentato ufficialmente il progetto di valorizzazione dello Spedale di Sant’Antonio che, attraverso […]

LASTRA A SIGNA – Una data “storica”, il 28 gennaio, per il Comune di Lastra a Signa. Comune inteso come territorio nel suo complesso oltre che come struttura che ospita il sindaco e tutta l’amministrazione comunale. Nella giornata di oggi, infatti, è stato presentato ufficialmente il progetto di valorizzazione dello Spedale di Sant’Antonio che, attraverso quattro fasi diverse, porterà al restauro e all’ammodernamento di quello che indubbiamente è l’edificio più importante sul territorio lastrigiano dal punto di vista storico. Per un impegno di 4 milioni e 300.000 euro e che rappresenta, come ha sottolineato l’assessore al bilancio e al patrimonio Massimo Lari, “l’investimento più importante e più oneroso per le amministrazioni che si sono succedute alla guida del Comune di Lastra a Signa”. Non un “semplice” progetto di ristrutturazione ma un intervento che darà un volto completamente nuovo allo Spedale e alle funzioni contenute al suo interno, che spazieranno dall’arte alla formazione, dalla cultura al turismo. Una presentazione che fa seguito al consiglio comunale di due giorni fa, mercoledì 26 gennaio, quando il sindaco Angela Bagni e i suoi assessori hanno “incassato” il voto unanime a un progetto “dal quale – ha aggiunto l’assessore Laei – passa la completa rivitalizzazione del centro storico di Lastra a Signa insieme al recupero di tutte le mura”.

Insomma, una nuova vita, nuove destinazioni e funzioni per l’edificio che “affonda” le proprie radici al 1400, che deve la sua realizzazione ai Consoli dell’Arte della Seta e che negli anni è stata sede per il ricovero dei pellegrini, orfanotrofio, chiesa e teatro: lo Spedale di Sant’Antonio rinasce e diventerà un luogo polifunzionale con spazi per il coworking, sale espositive, aule per la didattica e la formazione professionale (anche grazie all’accordo con l’Its Mita), per la promozione turistica del territorio con la sede dell’ufficio marketing e dell’ufficio turistico e sale per convegni. Questo il fulcro del progetto, illustrato, oltre che dal sindaco Bagni e dall’assessore Lari, dal vice-sindaco Leonardo Cappellini, dall’assessore a lavori pubblici e urbanistica Emanuele Caporaso e dalla direttrice dell’Its Mita Antonella Vitiello. Con loro i funzionari Luca Betti e Leonora Biotti del settore 4 e del settore 7 del Comune che si sono occupati, insieme ai tecnici, di redigere il progetto.

“Un progetto che restituirà la giusta importanza a questo edificio, – ha spiegato il sindaco Bagni – una grande sfida per la nostra amministrazione che con questa operazione vuole raggiungere l’obiettivo di riqualificare e valorizzare tutto il centro storico. Con la nostra idea progettuale e con le nuove destinazioni che andremo a inserire al suo interno, vogliamo che lo Spedale torni a essere frequentato e vissuto soprattutto dalle nuove generazioni e conosciuto e apprezzato dal punto di vista storico, culturale e architettonico”. “Abbiamo già inserito in bilancio le cifre necessarie per finanziare il primo lotto – ha aggiunto l’assessore Lari – e dal 2026 saranno stanziate le somme necessarie per finanziare gli altri tre lotti. Rivitalizzare questo luogo sarà importante per rilanciare questa zona della città dal punto di vista economico, sociale e culturale”.

Il Piano di valorizzazione prevede infatti il restauro e il miglioramento strutturale dell’intero complesso che comprende tutto il piano terra e il piano superiore, la realizzazione delle opere impiantistiche ed edili necessarie per rendere da subito l’edificio adeguato alla normativa vigente, una nuova apertura coperta da pensilina direttamente accessibile da piazza Garibaldi, necessaria per rendere tutte le parti dell’edificio collegate funzionalmente e in modo complementare tra di loro. Le destinazioni previste all’interno dell’edificio sono quelle a carattere museale e per la convegnistica, la formazione e promozione territoriale e turistica al piano terra e piano mezzanino e per quanto concerne il piano superiore gli spazi saranno destinati alla creazione di un polo destinato al coworking. “Si prevede – si legge in una nota – di realizzare i quattro lotti di restauro e recupero funzionale previsti dal progetto in un periodo di circa 10 anni dal 2022 al 2032. Ricordiamo che dopo i continui cambiamenti di proprietà che sono succeduti nel tempo e che hanno causato anche modifiche sostanziali a porzioni del complesso, in questo momento l’edificio è di proprietà del Demanio, anche se negli ultimi mesi il Comune di Lastra a Signa ne sta completando l’acquisizione grazie all’attuazione della legge 856/2010 del Federalismo Culturale, che consente la possibilità di cedere tali beni alle amministrazioni da parte dello Stato a condizione che il Comune proponga al Demanio un progetto di valorizzazione che preveda il restauro ed il recupero dell’edificio e sua rigenerazione con un mix di funzioni per la comunità locale”.