L’Uganda chiama, l’Italia risponde: un esempio concreto di aiuto grazie a “Hands of Love” e Misericordia di Campi Bisenzio

CAMPI BISENZIO – E’ stata la Provvidenza a fare incontrare due cuori. Il cuore della Misericordia di Campi Bisenzio e il cuore di “Hands of Love”, associazione che si occupa di scolarizzazione, supporto sanitario e sostegno alla popolazione in Uganda, in particolare nella cittadina di Namirembe. E se nei mesi scorsi la Misericordia ha donato […]

CAMPI BISENZIO – E’ stata la Provvidenza a fare incontrare due cuori. Il cuore della Misericordia di Campi Bisenzio e il cuore di “Hands of Love”, associazione che si occupa di scolarizzazione, supporto sanitario e sostegno alla popolazione in Uganda, in particolare nella cittadina di Namirembe. E se nei mesi scorsi la Misericordia ha donato alla comunità ugandese un defibrillatore “perché continuasse a “vivere” e a funzionare per chi ne avesse bisogno”, come ha sottolineato il Provveditore Cristiano Biancalani, nella giornata di ieri le due realtà si sono simbolicamente “abbracciate” nella sede di via Saffi dell’associazione campigiana. Per parlare delle esperienze vissute insieme ma anche per proiettarsi nel futuro. A consegnare infatti materialmente il defibrillatore a Namirembe era stata, in agosto, Giulia Biancalani che, oltre a essere volontaria della Misericordia, in estate ha voluto partecipare a una missione, tutta a sua spese, di “Hands of Love” a Namirembe. Dieci giorni intensi, ricchi di emozioni e che ieri sono stati sintetizzati, se possibile, nelle immagini e nei video proiettati. A illustrarli Costanza Terzo, presidente di “Hands of Love”, e Peter Mukasa, medico del Kirema Health Center Hospital, la struttura sanitaria della città.

Video che hanno permesso anche di immedesimarsi per qualche minuto in chi vive a Namirembe e rendersi conto dei sacrifici che ogni giorno sono costretti a fare per andare a scuola ma anche per procurarsi l’acqua necessaria per cucinare o lavarsi. Video che la dicono lunga – per una volta ci sia consentito di esprimere un’opinione – di quanto tutti noi dobbiamo ritenerci fortunati. Basti pensare che chiunque voglia dare una mano all’associazione, ma soprattutto a chi vive in Uganda, per garantire il sostegno scolastico a un bambino servono 10 euro al mese, per “acquistare” due galline 14 euro, una mucca invece è un po’ più cara e bisogna spendere 190 euro.

Ma quello che colpisce di più, guardando quelle immagini, è il sorriso delle persone che ne sono “protagoniste”, un sorriso che dice tutto. Così come colpisce il modo in cui muovono la mano per salutare, un misto di “gioia” e malinconia, un insieme di serenità e voglia di essere aiutati, tante storie nella storia, come le fotografie viste fanno capire ma soprattutto grazie al racconto di chi, come Costanza e Giulia, questa l’esperienza l’hanno vissuta in prima persona: “Non hanno niente ma ti accolgono a braccia aperte”. Adesso, però, c’è un nuovo obiettivo da raggiungere: “Hands of Love”, infatti, che tanto ha già fatto dal punto di vista della scolarizzazione, ha un progetto ambizioso, quello di costruire a Namirembe quella che sarebbe la scuola dell’associazione. Un sogno a cui tutti possiamo contribuire perché diventi realtà.