Luigi Brogi, se la malattia lo ha vinto, l’amore del nipote resterà sempre più forte di tutto

CAMPI BISENZIO – “Le salsicce buone come quelle del Brogi a Campi non le fa nessuno”. Basterebbe questo “spaccato” di paese per ricordare e dire chi era Luigi Brogi, scomparso pochi giorni fa dopo una breve malattia. Titolare dell’omonimo salumificio aperto sotto casa nel 1974, ha continuato a lavorare fino a dicembre insieme alla moglie, […]

CAMPI BISENZIO – “Le salsicce buone come quelle del Brogi a Campi non le fa nessuno”. Basterebbe questo “spaccato” di paese per ricordare e dire chi era Luigi Brogi, scomparso pochi giorni fa dopo una breve malattia. Titolare dell’omonimo salumificio aperto sotto casa nel 1974, ha continuato a lavorare fino a dicembre insieme alla moglie, Maria, e a David, che è lo zio di Dario Masi. Voi vi chiederete chi è. Dario è il nipote di Luigi ed è a lui, dopo aver parlato con la mamma, Monica, che ci siamo affidati per ricordare il nonno, persona a cui era profondamente legato e che ha “onorato” con delle bellissime parole. L’amore per il marito, l’amore per il proprio genitore, l’amore per il nonno, il dolore per la sua perdita: è racchiuso in questi stati d’animo il momento vissuto dalla famiglia di Luigi. Una famiglia estremamente legata, con una bottega che è stata ed è un punto di riferimento non solo per Campi ma anche per tanti Comuni limitrofi. Come hanno testimoniato anche le tantissime persone presenti al funerale celebrato nella Pieve di Santo Stefano. Luigi, infatti, aveva iniziato da ragazzino come garzone in una macelleria, “anche perché la mamma – racconta il nipote – si era rivolta a diversi bottegai perché prendessero il figlio a lavorare”. E quella passione, come dimostra anche la fotografia che pubblichiamo, probabilmente l’ultima che lo ritrae mentre era all’opera, del dicembre scorso, è cresciuta sempre di più, di anno in anno. Fino all’ultimo. Una passione mai tradita e dalla quale il nipote è sempre rimasto affascinato. E se lui ha voluto ringraziare noi “per il tempo che gli abbiamo dedicato”, in realtà siamo noi a voler ringraziare lui. Per la bella storia che ci ha raccontato, per le parole che ha scritto e che trovate qui di seguito ma anche per il suo essere “portatore”, estremamente sano, di valori, come quelli dell’affetto e della riconoscenza, che con il passare del tempo si stanno sempre più annacquando. Alla famiglia Brogi le condoglianze personali e della redazione di Piananotizie.

Intanto volevo ringraziare tutte le persone che sono venute a trovare il nonno in questi giorni, che sono state veramente tante. Tutte le storie che ho sentito su di lui hanno confermato quante persone gli volessero bene e quanto fosse una brava e bella persona per tutte loro. Quello che io voglio ricordare, però, non è il Luigi del salumificio, Luigi interista e il Luigi giocatore di biliardo che in tanti hanno ricordato. Quello che voglio ricordare io è il nonno luigi. Il nonno era una persona sorridente, che non si abbatteva mai, e che davanti alle avversità di una malattia che prevedeva sempre più piede non si è mai abbattuto, anzi, l’ha combattuta e battuta a lungo. Il nonno era una persona attaccata alla vita, attaccato ai valori della famiglia e con un’etica del lavoro fuori dal comune. Il lavoro era la sua medicina, è stato la sua medicina finché ha potuto. Il nonno nel suo silenzio e nella sua camminata lenta per la casa ci osservava e sapeva sempre cosa dire e quando dirlo e soprattutto sapeva sempre come far “incazzare” la nonna, non c’era giorno in cui non discutessero o in cui non abbiano discusso in giusto 70 anni di vita insieme. Mi mancheranno tante cose di di te nonno: i nostri modi di comunicare a gesti, il tuo inglese inventato, la tua fissa per i cappelli, il tuo sorriso e i tuoi racconti sulle tue avventure vissute che io ascoltavo catapultato in quel mondo che te sentivi così vicino e io così lontano. Ma soprattutto mi mancheranno i tuoi abbracci, che erano il modo in cui mi comunicavi il tuo affetto e che molto spesso venivano conditi da altrettante foto che custodirò gelosamente per ricordarmi di te e di tutte le avventure che mi hai fatto vivere. Ora, finalmente, dopo più di 70 anni di lavoro puoi goderti il tuo meritato riposo. Stammi sempre vicino, perché ne avrò bisogno.
Ciao nonno, Dario