M5S sul rimpasto della giunta Fossi: “hanno fallito”

CAMPI BISENZIO – A pochi giorni dalla presentazione del bilancio consuntivo, “il cambio di assessori segna un altro fallimento della giunta Fossi”. Lo sostiene Niccolà Rigacci del Movimento cinque stelle che sottolinea come uno degli assessori sia proprio quello che avrebbe dovuto presentare il bilancio al consiglio comunale. Il Movimento anticipa una serie di domande […]

CAMPI BISENZIO – A pochi giorni dalla presentazione del bilancio consuntivo, “il cambio di assessori segna un altro fallimento della giunta Fossi”. Lo sostiene Niccolà Rigacci del Movimento cinque stelle che sottolinea come uno degli assessori sia proprio quello che avrebbe dovuto presentare il bilancio al consiglio comunale.
Il Movimento anticipa una serie di domande che vorrebbe fare al sindaco: “Chi lo ha fatto il bilancio? In questi mesi in cui ha percepito l’indennità full-time di 1400 euro al mese cosa ha fatto l’assessore”?
Rigacci ricorda che, in questi mesi, la giunta Fossi sia stata latitante su tanti argomenti come la questione dell’emergenza casa.
“Sconcerto anche per il benservito dato all’assessore Bartoloni – si legge in un comunicato – con incarico a part-time (per fortuna solo mezzo stipendio di 700 euro al mese) e licenziata perché non capace di svolgere l’incarico. La versione dell’interessata è diversa: divergenze organizzative, ma soprattutto la presa di coscienza che la squadra del sindaco è solo un gruppo di amici caratterizzato da incompetenza e ignoranza verso le più elementari leggi della pubblica amministrazione”.
Il Movimento comunque rinfaccia a Bartolini un pentimento tardivo che le ha permesso di incassare 8 mensilità sulle quali “neanche una parola dall’Assessore né da Sel”.
“Si conferma il nostro giudizio totalmente negativo sulla giunta Fossi – conclude il comunicato – incapacità di rispondere ai problemi reali, superficialità nelle poche azioni compiute, totale ignoranza della volontà popolare. Il tutto mascherato con operazioni di marketing, pure fatte male, come il cambio di nome del Teatro Dante”.