Ma la mobilità è sostenibile o no? Le reazioni delle forze politiche della Città metropolitana

FIRENZE – Ampio, come era prevedibile, il dibattito nato intorno all’approvazione del Piano di mobilità urbana sostenibile della Città metropolitana. Il capo gruppo del Pd Massimo Fratini ha ringraziato “per il grande lavoro fatto e l’opera di partecipazione. Abbiamo approvato un atto tra i più importanti della legisltatura, che dà linee organiche di intervento per […]

FIRENZE – Ampio, come era prevedibile, il dibattito nato intorno all’approvazione del Piano di mobilità urbana sostenibile della Città metropolitana. Il capo gruppo del Pd Massimo Fratini ha ringraziato “per il grande lavoro fatto e l’opera di partecipazione. Abbiamo approvato un atto tra i più importanti della legisltatura, che dà linee organiche di intervento per i prossimi dieci anni. Lo lasciamo in eredità a chi dovrà continuarne l’attuazione e mettere in relazione il Pums con lo “Scudo verde” della città di Firenze. E’ un’interazione decisiva”.

“Il piano urbano della mobilità sostenibile è una dichiarazione di intenti, non un completo playing con una definita road map per sopperire in tempi e modalità certi, alle carenze infrastrutturali di cui il nostro territorio ha bisogno”, hanno dichiarato i consiglieri metropolitani leghisti del gruppo Centrodestra per il cambiamento Alessandro Scipioni e Cecilia Cappelletti che hanno aggiunto: “Il nostro territorio da anni aspetta opere necessarie per il proprio sviluppo e per creare le condizioni necessarie per attrarre gli investimenti. Di utopiche promesse ne abbiamo avute anche troppe. Con i buoni propositi non si crea sviluppo. È inutile fare dichiarazioni propagandistiche di intenti quando servirebbero tempistiche certe e modalità ben definite”.

Territori Beni Comuni ha riconosciuto la portata positiva dell’approvazione del Pums, fondamentale per perseguire una mobilità sempre più pubblica, sempre più inclusiva e meno impattante sull’ambiente. “Salutiamo con soddisfazione i miglioramenti scaturiti dall’accoglimento delle tante osservazioni pervenute e dallo stralcio del progetto di ampliamento dell’aeroporto di Peretola – hanno sostenuto Enrico Carpini e Lorenzo Falchi – Allo stesso tempo non possiamo però non evidenziare le problematiche che persistono: anzitutto il sotto-attraversamento Tav, le cui incertezze rischiano di ritardare l’urgente sistemazione delle infrastrutture ferroviarie di superficie”. Un maggior impegno “sarebbe necessario anche per un’intermodalità che non penalizzi i territori periferici e per uno scudo verde maggiormente condiviso sul territorio”. Territori Beni Comuni ha chiesto di “far valere tutto il peso politico della Città metropolitana per risolvere i problemi legati alla gara per il Tpl regionale, il cui lungo stallo incide ogni giorno sulla qualità dei servizi”.

Per Paolo Gandola (Forza Italia nel Centrodestra per il cambiamento) il piano “sotto molti aspetti è interessante e innovativo, ma lascia altrettanti dubbi su come saranno portati a termine i progetti ipotizzati al suo interno. L’area metropolitana di Firenze, così come la Regione – è inutile girarci intorno – soffre di una gravissima carenza infrastrutturale che deriva da un indecisionismo imperante e da una cattiva efficienza amministrativa della Sinistra che governa i nostri territori. Basti pensare da quanti anni si parla inutilmente di terza corsia sulla Firenze-Mare, sul passante ferroviario Alta Velocità e su altre ipotesi di Trasporto pubblico locale. Insomma, idee tante, ma realizzazioni poche, troppo poche”. Inoltre, “pessimo segnale il fatto che molte osservazioni promosse da cittadini, associazioni ed enti locali siano state di fatto inascoltate, rimandando al futuro la definizione di nuovi programmi di trasporto e miglioramento funzionale dei servizi pubblici. Per questo il nostro è stato un voto contrario e critico verso il Piano. Inutile poi nascondersi dietro alle parole in inglese come Brt (Bus Rapid Transit), anche quel progetto, innovativo nella forma e nella sostanza, mal si addice ai nostri territori collinari e rappresenterà un servizio che, semmai vedrà la luce, sarà poco efficace in quanto non sarà in grado di ridurre drasticamente i tempi di percorrenza o migliorare sensibilmente la qualità del servizio di trasporto. Quindi progetti che talvolta, anche mal si conciliano con la realtà dei nostri territori”.