“Mamma mi racconti una novella?”. E i ricordi dell’infanzia diventano un libro

LASTRA A SIGNA – Da un lato l’affetto per la mamma, Marina il suo nome, nato anche dalle novelle che le raccontava quando era bambina. Dall’altro l’affetto per la vecchia amica di scuola, Fabiana, ritrovata purtroppo come paziente nel reparto di oncologia dove la protagonista della nostra storia, Monia Vergioli, lavora come infermiera da 20 […]

LASTRA A SIGNA – Da un lato l’affetto per la mamma, Marina il suo nome, nato anche dalle novelle che le raccontava quando era bambina. Dall’altro l’affetto per la vecchia amica di scuola, Fabiana, ritrovata purtroppo come paziente nel reparto di oncologia dove la protagonista della nostra storia, Monia Vergioli, lavora come infermiera da 20 anni. Fabiana soprattutto, che purtroppo è scomparsa da poco, soprattutto lei è stata il “motore propulsivo”, la spinta decisiva perché le novelle di mamma Marina, trascritte dalla figlia da quindici anni a questa parte, potessero essere lette anche da altri. Già, perché Monia le aveva fatte leggere proprio a lei e da questa amicizia ritrovata, anche se per poco tempo e soprattutto in ospedale, è nato il libro che Monia ha dedicato proprio a Fabiana e ovviamente alla mamma e dal titolo che non lascia spazio ad alcuna interpretazione : “Mamma mi racconti una novella?”.

In quanti lo abbiamo detto da piccoli… Tutti abbiamo un ricordo, seppur vago, di quando eravamo bambini e la mamma si sedeva sul letto magari per farci addormentare. Novelle semplici, in tutto una ventina, e che in questo caso, ricordarle ancora una volta per essere trascritte, sono servite anche da “ginnastica” per la malattia di cui soffre la mamma di Monia. Novelle tramandate di generazione in generazione, le novelle di una volta, che le vecchie famiglie di contadini raccontavano e si raccontavano stando seduti “al canto del fuoco”. Quell’atmosfera genuina del passato che oggi purtroppo si è un po’ persa. Ma che per fortuna può essere rivissuta grazie al libro di Monia.

Un libro del quale inizialmente l’autrice ha finanziato la stampa e che poi per fortuna ha trovato un “porto sicuro”: Porto Seguro Editore. Lo abbiamo scritto all’inizio: da un lato la mamma, dall’altro l’amica, con la passione per la lettura proprio come Monia, questa la genesi del libro che ha già avuto un paio di presentazioni (l’ultima sabato scorso, grazie alla collaborazione con l’edicola “Libri e giornali” di Grassina, nella Casa del popolo del paese) e che domani, sabato 18 dicembre, insieme a un laboratorio manuale, “debutterà” in casa, al “Capannone” di via Livornese a Lastra a Signa (obbligo di Green Pass, appuntamento riservato ai soci, per informazioni telefonare al numero 392 782212).

Una bella storia da raccontare, grazie soprattutto a chi l’ha resa possibile e con tanti spunti di riflessione. A partire da uno degli ultimi dialoghi avvenuti fra le due amiche: “Se avessi continuato a insegnare, le avrei lette in classe…”. Il lavoro di Fabiana era quello di maestra elementare. La speranza adesso, anche se naturalmente non sarà la stessa cosa, è che qualcun altro le possa leggere al posto suo. Nella sua classe e magari anche altrove.

Monia inoltre legge le storie all’Atelier Alzheimer di Bagno a Ripoli, gestito dalla cooperativa Nomos e dalla dottoressa Elena Poli: visto il beneficio che la lettura delle novelle procura alla mamma, “mi ha chiamata – racconta – a leggere per agli ospiti del centro, sarò di nuovo lì il 21 dicembre”. Da domani, invece, il libro si potrà trovare anche al Florence Ice Village allo stand della Porto Seguro, stand dove lei sarà presente domenica 19 dicembre dalle 10 alle 15.

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