Marretti (Pd): “Da Strasburgo a Signa… riportando tutto a casa”

SIGNA – “Riportare tutto a casa”: è questa la sensazione che prova Andrea Marretti, consigliere comunale del Pd signese, reduce da una visita al Parlamento Europeo con l’onorevole Nicola Danti. “Non saprei dire se per Signa sia una prima assoluta – racconta – ma comunque per un consigliere comunale come il sottoscritto poter assistere alla […]

SIGNA – “Riportare tutto a casa”: è questa la sensazione che prova Andrea Marretti, consigliere comunale del Pd signese, reduce da una visita al Parlamento Europeo con l’onorevole Nicola Danti. “Non saprei dire se per Signa sia una prima assoluta – racconta – ma comunque per un consigliere comunale come il sottoscritto poter assistere alla riunione plenaria dell’Europarlamento dello scorso 3 luglio in occasione dell’inizio del semestre di presidenza assegnato all’Austria rappresentata dal cancelliere Sebastian Kurz, è stato davvero emozionante non tanto e non solo per il dibattito politico che ha seguito l’insediamento (emozionante il discorso di Guy Verhofstadt, deputato liberale belga che ha contestato l’impostazione securtaria oggi prevalente come unica bussola acchiappavoti da parte delle varie destre più o meno antieuropee) ma anche per la riflessione sulle grandi opportunità di sviluppo e di finanziamento che sono alla portata di città e cittadini europei e di conoscere una realtà che sempre di più sarà determinante pure per il governo di territori e paesi e addirittura, chissà, per il Comune di Signa”.

E ancora: “Avviene già adesso, in più parti delle più svariate regioni europee la prassi di chiedere fondi erogati dalla Unione Europea, finalizzati alla realizzazione di interventi o progetti utili allo sviluppo delle più varie potenzialità e criticità dei territori che, sono certo, risulterà sempre più determinante come volano dello sviluppo di aree urbane e città anche in considerazione del fatto che per diverse realtà questo sta già accadendo. Certo il momento politico contingente non è affatto semplice, e non si tratta di avere un atteggiamento semplicisticamente positivo sull’Europa quanto di iniziare un percorso politico ed amministrativo che possa portare risultati tangibili nelle realtà locali: essere europei deve avere il significato di portare giuste istanze locali ad ottenerne un riconoscimento, in modo che dappertutto ci si possa “sentire” europei, piuttosto che concentrarsi sugli aspetti burocratici e normativi che hanno comunque tutta la loro importanza, almeno finchè non esisterà una Carta Costituzionale Europea, come sognarono alcuni tra i padri della Repubblica come Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi sul Manifesto di Ventotene per un’Europa libera e unita, durante il loro esilio a Ventotene in tempi molto più tristi di quelli di oggi”.