Mascherine e dispositivi medici contraffatti: sequestrati 16 milioni di “pezzi” a Campi. La denuncia decisiva partita da Signa

CAMPI BISENZIO/SIGNA – Dal mese di marzo di quest’anno, i Carabinieri della Compagnia di Signa hanno avviato una complessa attività di indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Firenze, Christine von Borries, che si è sovrapposta, convergendo in fase esecutiva, con un’attività parallela della Tenenza della Guardia di Finanza di Orbetello e che ha portato all’emissione di un decreto di […]

CAMPI BISENZIO/SIGNA – Dal mese di marzo di quest’anno, i Carabinieri della Compagnia di Signa hanno avviato una complessa attività di indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Firenze, Christine von Borries, che si è sovrapposta, convergendo in fase esecutiva, con un’attività parallela della Tenenza della Guardia di Finanza di Orbetello e che ha portato all’emissione di un decreto di perquisizione nei confronti di un’azienda, attiva nel settore dell’import export di dispositivi medici dalla Cina. Provvedimento eseguito il 20 luglio scorso e che ha portato al sequestro penale di oltre sedici milioni di dispositivi medici (tra mascherine, set chirurgici, siringhe e aghi, abbigliamento sanitario/medicale) recanti una marchiatura “CE” irregolare e apposta indebitamente. 

In particolare, l’indagine era partita dalla denuncia di una commerciante di Signa che, nel mese di marzo di quest’anno, aveva segnalato ai Carabinieri della locale Stazione di aver acquistato a gennaio, da un grossista di Campi Bisenzio, una fornitura di mascherine tipo “Ffp2”, tutte contrassegnate dal marchio CE2163. La donna precisava di essersi insospettita dopo avere visto una nota trasmissione televisiva che forniva precise indicazioni sulle modalità di contraffazione di alcuni dispositivi medicali e pertanto aveva deciso di rivolgersi ai Carabinieri. Nel frattempo, veniva individuato il deposito del grossista di Campo Bisenzio, un imprenditore di origine cinese, S.Z., classe 1954, domiciliato a Prato, che aveva fornito i dispositivi alla donna. Il 15 marzo i militari dell’Arma hanno eseguito un primo accesso all’interno della suddetta azienda sequestrando 90.000 mascherine facciali filtranti Ffp2, tutte riportanti medesima sigla CE2163, al fine di verificare la conformità dei dispositivi. Infatti le successive indagini avviate presso l’ente certificatore turco (identificato dal marchio CE2163) hanno permesso di constatare che le mascherine erano effettivamente contraffatte.

In relazione a tale riscontro investigativo il Pubblico Ministero titolare delle indagini ha emesso un decreto di perquisizione nei confronti della medesima azienda, eseguito il 20 luglio congiuntamente da Carabinieri e Guardia di Finanza, che ha portato al sequestro penale di oltre 16 milioni di dispositivi medici e al sequestro amministrativo di altri prodotti privi di requisiti di sicurezza (totale assenza di marcatura “CE”) ovvero non a norma con le disposizioni di settore (mancata notificazione al Ministero della Salute ai fini della commercializzazione): 655.000 mascherine chirurgiche,  659 chili di integratori alimentari in polvere e oltre 500.000 capsule di vitamine e di acido ialuronico. Il valore complessivo di tutta la merce sequestrata è pari a circa 8 milioni di euro, mentre al responsabile legale dell’azienda è stato contestato il reato di frode in commercio.