Mattei (Italia Viva) “Chi tutela la salute dei sanitari?”

SIGNA – “L’emergenza planetaria è ancora drammaticamente in corso, ma fino al 20 settembre sono sospesi i gridi di allarme per la pandemia e tutti i dati dei tamponi, dei ricoverati in terapia intensiva, dei positivi e dei decessi devono essere “trattati” prima di essere diffusi per invitare alla massima prudenza, ma senza creare allarme”. […]

SIGNA – “L’emergenza planetaria è ancora drammaticamente in corso, ma fino al 20 settembre sono sospesi i gridi di allarme per la pandemia e tutti i dati dei tamponi, dei ricoverati in terapia intensiva, dei positivi e dei decessi devono essere “trattati” prima di essere diffusi per invitare alla massima prudenza, ma senza creare allarme”. E’ quanto sostiene in una nota il candidato di Italia Viva, per il collegio 4 di Firenze, Luigi Mattei.

Secondo Mattei la scelta dell’uso inglese si lockdown “sembra più politicamente corretto” e, aggiunge “dopo il voto si vedrà, intanto è chiaro che non abbiamo più bisogno di ‘eroi’, visto che sono riprese in tutta Italia le ‘tradizionali’ aggressioni ai sanitari da parte di pazienti e familiari nei pronto soccorso, dalle guardie mediche e nei reparti ospedalieri; oltre a ciò il mondo sanitario è tornato sotto processo e in primo piano nei soliti modi contraddittori e, spesso, persino paradossali del periodo pre-covid”.

“Sedato ogni richiamo alla paura e passata l’ondata emotiva iniziale, quindi, quelli che erano chiamati pubblicamente “eroi” – prosegue Mattei – vengono in numero di otto e più al giorno (ma è una sottostima) aggrediti fisicamente in ogni parte d’Italia. Partendo dal presupposto (quasi un assioma) che le aggressioni non fanno parte dell’attività sanitaria, sia essa professionale o su base volontaria, il problema sono quindi le misure di prevenzione e contrasto del fenomeno, che devono ormai essere considerate una vera e urgente necessità”. E si chiede “chi sta tutelando oggi la salute dei nostri eroi?”

Un tema, che dice Mattei “oggi è quindi fortemente politico e culturale, perché dalle ricerche fatte da sindacati e assicurazioni sembra che oltre il 50 per cento del personale sanitario intervistato ignora che le aggressioni sono un “evento sentinella” che la propria Direzione Aziendale dovrebbe elaborare come parametro in termini di sicurezza sul posto di lavoro (Raccomandazione n. 8 dei 2007 del Ministero della Salute) e che 18 aggressioni (con lesioni) su 100 non vengono nemmeno riconosciute come causa di servizio. Siamo in piena regressione formativa e organizzativa, a discapito di chi garantisce i livelli di qualità del servizio sanitario regionale e nazionale e i parametri dei L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza), definiti con il DPCM del 29 novembre 2001, in vigore dal 23 febbraio 2002”.