Menarini nell’area ex Longinotti. Il Consiglio della Metrocittà dice “Sì”

SESTO FIORENTINO – Una piattaforma industriale innovativa nell’area ex Longinotti dell’Osmannoro con l’arrivo della Menarini. Il Consiglio della Città Metropolitana di Firenze, su illustrazione del consigliere delegato Tommaso Triberti, ha approvato la ratifica del protocollo d’intesa per la creazione in Toscana della piattaforma industriale innovativa di rilevanza nazionale, nell’ambito delle ‘Scienze della vita’ e realizzata […]


SESTO FIORENTINO – Una piattaforma industriale innovativa nell’area ex Longinotti dell’Osmannoro con l’arrivo della Menarini. Il Consiglio della Città Metropolitana di Firenze, su illustrazione del consigliere delegato Tommaso Triberti, ha approvato la ratifica del protocollo d’intesa per la creazione in Toscana della piattaforma industriale innovativa di rilevanza nazionale, nell’ambito delle ‘Scienze della vita’ e realizzata dal gruppo farmaceutico Menarini. 

La Regione Toscana, ha spiegato Tiberti “è interessata a promuovere iniziative che rafforzino la competitività del territorio anche attraverso lo sviluppo del settore Scienze della Vita e a favorire processi di insediamento o rafforzamento di aziende presenti sul suo territorio, anche al fine di favorire la creazione di nuovi posti di lavoro”.
Il Gruppo Menarini, con sede a Firenze, con i suoi oltre 17.000 dipendenti nel mondo, gli oltre 3 miliardi di euro di fatturato e la presenza in più di 130 Paesi, è il maggior gruppo farmaceutico italiano.
Nell’ambito del proprio piano di sviluppo nazionale e globale e nell’ottica di perseguire i propri obiettivi di crescita in Toscana, “Menarini intende condurre uno studio di fattibilità per la realizzazione di un investimento finalizzato alla costruzione di un polo industriale di tipo innovativo e digitale sull’area ex-Longinotti del comune di Sesto Fiorentino, di proprietà dello stesso Gruppo Menarini”.
Il protocollo d’intesa approvato tra Regione, Comune di Sesto Fiorentino, Città Metropolitana di Firenze e società Menarini ha proprio lo scopo di sostenere le imprese dinamiche toscane con attività volte a supportare la loro espansione e crescente integrazione con le altre imprese del territorio.

Sulla base dell’accordo, la Città Metropolitana contribuirà al progetto, anche attraverso la partecipazione al tavolo tecnico e ad eventuali procedimenti inerenti le previsioni urbanistiche per l’Area Ex Longinotti all’interno dell’iter procedurale di competenza del Comune di Sesto Fiorentino; la promozione del miglioramento del sistema del trasporto pubblico locale a servizio dell’Area ex-Longinotti; valorizzando “nei vari contesti di propria competenza il ruolo dell’industria farmaceutica, settore ad alta intensità di ricerca, ad alta specializzazione, rispettoso dell’ambiente e adatto ad un inserimento armonico anche nei contesti cittadini (come lo storico insediamento di Menarini nella zona di Campo di Marte a Firenze)”.

La delibera ha avuto i voti favorevoli del PD e di Territori beni comuni, astenuto il Centrodestra per il cambiamento.

“E’ un punto assolutamente importante – ha detto il sindaco Lorenzo Falchi consigliere di Territori beni comuni – formula vincente tra istituzioni pubbliche e un soggetto privato e qualificato come Menarini. Con un nuovo stabilimento con nuove linee produttive che porteranno a un’occupazione stimata di 250 persone, con ricaduta positiva per l’indotto. In un momento difficile come questo, è una notizia importante. E’ un progetto strategico ed è importante che la Città Metropolitana sia al tavolo, anche sotto il profilo del suo ruolo nel trasporto pubblico locale. Questo tavolo serve a rendere tutto più semplice e coordinato. Il protocollo di intesa aiuterà ad avere una cabina di regia”.

Il gruppo del Centrodestra per il cambiamento si è astenuto sul progetto, “riservandoci – ha detto il capogruppo di Scipioni – di essere in futuro favorevoli se saranno acclarati criteri vantaggiosi per la collettività. La vicenda in ogni caso evidenzia la necessità di semplificazioni per la la programmazione degli enti locali, in modo da garantire tempi più celeri”.

“Siamo favorevoli all’intervento in sè – ha sottolineato sempre per il Centrodestra Paolo Gandola – L’astensione è motivata dalla fumosità sui tempi. Siamo preoccupati dalle lungaggini burocratiche”.