Milanesi (Socialisti e indipendenti Lastra a Signa): “Villa Caruso, il problema non è più rinviabile. Costi troppo elevati per un Comune come il nostro”

LASTRA A SIGNA – E’ un documento di sei pagine quello che Pietro Milanesi, consigliere comunale del Gruppo Misto-Socialisti e indipendenti Lastra a Signa, ha redatto per entrare nel merito dello “stato dell’arte” di Villa Caruso. Un documento ricco di numeri e spunti di riflessione che traccia la storia dello storico edificio che fa bella […]

LASTRA A SIGNA – E’ un documento di sei pagine quello che Pietro Milanesi, consigliere comunale del Gruppo Misto-Socialisti e indipendenti Lastra a Signa, ha redatto per entrare nel merito dello “stato dell’arte” di Villa Caruso. Un documento ricco di numeri e spunti di riflessione che traccia la storia dello storico edificio che fa bella mostra di sé sulle colline di Lastra a Signa. Ma che soprattutto prende in esame quanto fatto, o non fatto, fino a oggi dal dicembre del 1995 quando l’amministrazione comunale lastrigiana, allora guidata da Carlo Moscardini, acquistò la villa per un importo complessivo di 4 miliardi e 350 milioni. Un documento che si conclude con la proposta di vendita o donazione al Ministero dei beni culturali in modo da stoppare, “quanto prima”, ribadisce Milanesi, “il mutuo che invece sarà estinto nel 2043 per una spesa, per le casse comunali, di 71.000 euro l’anno. Senza dimenticare le spese necessarie per la manutenzione anche se, dal momento dell’acquisto, il complesso immobiliare si è continuamente degradato: immobili diroccati, porzione di tetto della fattoria franato, lo stesso per le balaustre sul retro dell’edificio e i parapetti, buona parte delle sculture che adornavano il parco monumentale risultano rotte o parzialmente integre, tutto o quasi recintato perché pericoloso, il giardino all’italiana con siepi ormai inesistenti, lecci secolari tagliati e mai sostituiti”.

Un quadro della situazione “che stride con le delibere di giunta e del consiglio comunale, rispettivamente del novembre 2017 e del febbraio 2018, di indire una procedura a evidenza pubblica per l’affidamento in concessione di valorizzazione dell’immobile”. Procedura, come evidenziato dallo stesso Milanesi, “andata deserta”. Nonostante ciò, “Villa Caruso è stata sede di occasionali eventi organizzati dall’Associazione che si occupa della gestione con una perdita costante di visitatori”. E nonostante “nel 2012, in occasione dell’inaugurazione del museo, uno degli obiettivi dichiarati fosse quello di attirare proprio i visitatori onde evitare che il progetto di far diventare la villa un vero e proprio polo di attrazione sul territorio potesse fallire”. Guardando tuttavia ai numeri, sempre riportati nel documento di Milanesi, dal 2015 al 2019, ovvero nei cinque anni pre pandemia, i visitatori della villa sono stati complessivamente 7.518 per un totale di 11.482 euro incassati. “Numeri – aggiunge Milanesi – che invece dimostrano come, nel rapporto visitatori e spese di gestione, il progetto di Villa Caruso sia già fallito”.

Uno degli ultimi documenti deliberati dal consiglio comunale “è stato quello del 2 febbraio 2021 – spiega Milanesi – quando la giunta ha proposto un atto, e la maggioranza formata da Pd e Sinistra per Lastra lo ha approvato, che consiste nell’erogazione di un contributo di 95.000 euro annui, per una spesa complessiva di 115.900 euro per quattro anni, ovvero dal 1 gennaio 2021 al 31 dicembre 2024”.

Da qui le proposte di Milanesi, che prendono spunto anche dal fatto che nel 2014, anche in considerazione della presenza al suo interno del museo dedicato a Enrico Caruso, l’immobile è stato giudicato di interesse culturale dal Mibact: “Nel Codice dei beni culturali e del paesaggio ci sono diverse strade da perseguire e liberarsi di Villa Caruso Bellosguardo, un peso economico non sopportabile da un Comune medio-piccolo come il nostro, è un problema non più rinviabile. Le spese sostenute per l’acquisto, la manutenzione dell’immobile che va avanti da ventisei anni e la gestione del museo e della villa sono uscite fisse che hanno impoverito il nostro Comune e sottratto risorse destinate ad altri compiti essenziali che spettano a un Comune come l’edilizia scolastica, la viabilità, i servizi sociali, l’ambiente e il decoro urbano. L’amministrazione comunale dovrebbe dedicarsi a studiare la praticabilità di operazioni finalizzate alla cessione di questo bene che appare come una voce di bilancio in uscita senza contropartite, in sinergia con la Regione e nel rispetto della normativa vigente sui bei culturali. O si segue la vendita a terzi, che personalmente sostengo vivamente, oppure si proponga una donazione al Ministero della cultura”.