Monia Monni (Pd) incontra il console cinese: “Legalità e dialogo”

SESTO FIORENTINO – Un’ora di colloquio non formale e “decisamente costruttivo” fra la vice capo-gruppo del Pd in consiglio regionale Monia Monni e il Console della Repubblica Popolare Cinese Wang Fuguo. Si sono incontrati questa mattina nella sede del Consolato di via della Robbia per parlare e provare a trovare insieme la strada per evitare […]

SESTO FIORENTINO – Un’ora di colloquio non formale e “decisamente costruttivo” fra la vice capo-gruppo del Pd in consiglio regionale Monia Monni e il Console della Repubblica Popolare Cinese Wang Fuguo. Si sono incontrati questa mattina nella sede del Consolato di via della Robbia per parlare e provare a trovare insieme la strada per evitare degenerazioni come quelle accadute nei giorni scorsi ad Osmannoro. “La strada giusta – ha detto Monia Monni – è quella del dialogo e si trova mettendo in campo strumenti capaci di facilitare l’integrazione e la vicinanza, lavorando su progetti comuni. A partire anche dai bambini che crescono, studiano e lavoreranno insieme alle loro famiglie in Italia”. Entrambi si sono dichiarati d’accordo sul fatto che la soluzione stia nella collaborazione fra istituzioni e comunità cinese mentre la Monni si è detta disponibile a farsi promotrice di un incontro con il governatore Enrico Rossi. “Sono contenta che si trovino spazi di dialogo e di progettazione – ha aggiunto – perché la questione è complessa e non si può esaurire solo con i controlli, seppur necessari e che stanno, infatti, dando risultati importanti; basti pensare che in soli 21 mesi si è passati dal riscontrare solo il 15% delle imprese in regola, al 65% circa. In quell’area si intrecciano una moltitudine di problemi fra i quali il degrado e la marginalità. Gli episodi violenti vanno condannati, così come la sicurezza sui luoghi di lavoro va garantita e verificata con tenacia. Ma dietro tutto questo si apre il problema di una periferia che è una vera e propria zona d’ombra”. “Solo la collaborazione con le istituzioni e la presenza di queste ultime – ha concluso – possono arginare il decadimento urbano, i mercati alimentari abusivi, le fabbriche senza diritti. E’ fondamentale dar seguito alla richiesta, avanzata anche stamani dal diplomatico cinese, di promuovere, congiuntamente e con un’insieme di strumenti, la cultura della legalità all’interno della comunità cinese,  facendola sentire contemporaneamente più al sicuro e conducendo un reale percorso di integrazione che si sviluppi nel tempo e con costanza”.