CALENZANO – “Il Pdl non è un partito, ma un’azienda dove comandano una o due persone”. E’ l’ultimo graffio che Monica Castro, cpaogruppo del pdl a Calenzano, si permette di dare al suo partio. Anzi ai dirigenti del Pdl locale che, secondo lei, “non ha saputo o, meglio, non ha voluto vincere queste elezioni amministrative”.
E’ un reiterato j’accuse rivolto ai coordinatori provinciali e regionali del Pdl per come, soprattutto a Campi Bisenzio, “non hanno spauto gestire una seria politica di inclusione che avrebbe potuto coinvolgere tante persone attive e sincere anziché limitarsi a buttare allo sbaraglio gente impreparata e poco convincente per gli elettori”.
Per Monica Castro, in rotta con il suo partito da tempo, il caso Alessandro Tesi dovrebbe insegnare: “il suo progetto gli ha permesso di prendere più voti che quelli guadagnati dal Pdl”. Complimenti “al vincitore Emiliano Fossi e alla sua lista civica” continua Castro che spiega come “questo accade perché il Pdl non ha una selezione della classe dirigente, le candidature ad ogni livello vengono decise dall’alto, manca la democrazia. Mi chiedo da che cosa dovrei essere espulsa, da un partito che non esiste più a causa delle scelte infelici dei suoi dirigenti? Il partito sul territorio è assente, si ricompatta in parte per le elezioni, è un comitato elettorale”. Amaro lo sfogo di Monica Castro che decreta anche la fine dell’era Grillo a favore di una ripresa della sinistra nel suo insieme. “Oggi non chiedo le dimissioni dei dirigenti – conclude – tanto sarebbe inutile, non capirebbero e me ne dispiace, aspetto la loro analisi politica sui risultati. Cosa aspettano a dimettersi che non ci sia più un voto”?
Monica Castro (Pdl) legge il voto di Campi e chiede le dimissioni dei coordinatori provinciali e regionali: “Non siamo un partito ma un’azienda”
CALENZANO – “Il Pdl non è un partito, ma un’azienda dove comandano una o due persone”. E’ l’ultimo graffio che Monica Castro, cpaogruppo del pdl a Calenzano, si permette di dare al suo partio. Anzi ai dirigenti del Pdl locale che, secondo lei, “non ha saputo o, meglio, non ha voluto vincere queste elezioni amministrative”. […]