Mozione accordo Eni. Pd-Centrosinistra Insieme: “Non condividiamo il metodo del Comune”

CALENZANO – Il gruppo Pd-Centrosinistra Insieme si è astenuto sulla mozione relativa all’accordo con Eni, “perché – si legge in una nota del gruppo – pur condividendo l’obiettivo della riconversione generale dell’area, non ne condivide il metodo seguito dall’amministrazione né le criticità politiche ed etiche che questa scelta porta con sé”. “Nel suo intervento, – […]

CALENZANO – Il gruppo Pd-Centrosinistra Insieme si è astenuto sulla mozione relativa all’accordo con Eni, “perché – si legge in una nota del gruppo – pur condividendo l’obiettivo della riconversione generale dell’area, non ne condivide il metodo seguito dall’amministrazione né le criticità politiche ed etiche che questa scelta porta con sé”. “Nel suo intervento, – prosegue la nota – il sindaco ha dichiarato di avere molte riserve di natura etica, ma di avere scelto di guardare ad un approccio concreto. È una affermazione che riteniamo problematicamente rivelatrice. Le scelte pubbliche, soprattutto quando coinvolgono soggetti industriali di rilievo internazionale, risorse economiche consistenti, ricadute dirette sul lavoro e strumenti giuridici rilevanti, non possono separare la concretezza dall’etica, né relegare quest’ultima a variabile secondaria”. Secondo il gruppo Pd-Centrosinistra Insieme “il punto cruciale” “è il rapporto fra Eni ed il governo israeliano ed il suo coinvolgimento nell’economia del genocidio del popolo palestinese. Rapporto evidenziato da numerose organizzazioni internazionali e dalla stessa relatrice speciale Onu Albanese. Lo stesso sindaco, in numerose occasioni pubbliche e comunicazioni ufficiali, ha assunto un ruolo attivo e visibile di denuncia delle violazioni dei diritti del popolo palestinese, intervenendo ripetutamente sul tema, e noi ne abbiamo chiaramente condiviso gli intenti”.

Pd-Centrosinistra Insieme, prosegue sottolineando che non si tratta di un “astratto ideologico”; in consiglio, prosegue, “ha votato atti formali di condanna del genocidio in corso, ha sostenuto iniziative di boicottaggio economico e ha assunto posizioni nette sul piano dei diritti umani. In questo quadro, avviare una trattativa e rivendicare come “positivo” il fatto che l’accordo sia stato concluso proprio con Eni, presente nell’elenco delle aziende da boicottare, richiede almeno una riflessione politica coerente e condivisa. Proprio quest’ultima, la condivisione, è pesantemente mancata”. Altro aspetto giudicato da Pd-Centrosinistra Insieme di “particolare gravità politica e istituzionale” è “la scelta dell’amministrazione di rinunciare alla costituzione di parte civile nell’ambito della transazione con Eni. Una decisione assunta a fronte di una somma economica di cui non sono mai stati chiariti né i criteri di determinazione, né le valutazioni sottostanti, e che solleva interrogativi seri sul rapporto fra interesse pubblico e chiusura del contenzioso”. Il gruppo ribadisce che “rinunciare alla costituzione di parte civile significa rinunciare a un pezzo di verità, a un pezzo di tutela dell’interesse collettivo e a una leva fondamentale di trasparenza. Farne una scelta amministrativa, senza un confronto preventivo in consiglio comunale, rappresenta un arretramento grave del ruolo dell’ente pubblico e un precedente politico che non può essere considerato neutro”.

Inoltre il gruppo ritiene ci siano altre criticità. “Un impianto fotovoltaico, per sua natura, – prosegue la nota – genera occupazione limitata nel tempo e ridotta nella fase di esercizio, e non offre di per sé garanzie né sulla stabilità dei posti di lavoro né sulla qualità dell’occupazione futura. Nel percorso presentato non risultano impegni vincolanti né clausole chiare sulla tutela dei lavoratori oggi coinvolti, né sulla creazione di nuova occupazione stabile, qualificata e radicata sul territorio. Si riconferma una delle nostre principali critiche: l’assenza di una visione strategica complessiva sull’area Eni, che avrebbe potuto rappresentare un’occasione per il riordino del tessuto produttivo, la delocalizzazione di attività incongrue e la costruzione di un polo industriale moderno, sostenibile e integrato con il territorio, capace anche di garantire lavoro di qualità e prospettive occupazionali durature”. Altro aspetto, sottolinea il gruppo è quello economico. “Il consiglio – prosegue la nota – è stato chiamato a pronunciarsi senza un reale confronto preventivo: né sulla determinazione dei 6,5 milioni di euro immediati, né sugli ulteriori 6,5 milioni annunciati per il futuro, né sulle basi tecniche e giuridiche che hanno portato alla scelta della transazione”. Secondo Pd-Centrosinistra Insieme “la transizione energetica non può ridursi alla semplice installazione di pannelli fotovoltaici”.