Museo Galileo Nesti, il direttore della Fondazione Fs, Cantamessa: “Per la Regione deve essere un motivo di vanto”

SIGNA – Il “saluto” di un treno al momento del suo passaggio, proprio poco prima del taglio del nastro, l’emozione degli ex ferrovieri che “ex” non si sentono per niente, le parole rassicuranti delle istituzioni. E, soprattutto, la presenza di Luigi Francesco Cantamessa Armati, direttore generale Fondazione Fs, che, dopo la visita inaspettata di cinque […]

SIGNA – Il “saluto” di un treno al momento del suo passaggio, proprio poco prima del taglio del nastro, l’emozione degli ex ferrovieri che “ex” non si sentono per niente, le parole rassicuranti delle istituzioni. E, soprattutto, la presenza di Luigi Francesco Cantamessa Armati, direttore generale Fondazione Fs, che, dopo la visita inaspettata di cinque anni fa, è voluto tornare a Signa per ammirare di persona l’autentico capolavoro messo in piedi dall’Associazione ferrovieri Galileo Nesti di Signa al primo piano della stazione. Quella stazione che in passato – e in tante occasioni – li ha visti correre da una parte all’altra per mandare avanti il lavoro ma che per loro è stata ed è una seconda casa. Un museo in gran parte “funzionante”, nel senso che ciò che un tempo veniva usato nelle stazioni e lungo i binari è stato completamente riattivato da mani esperte e sapienti; un museo, come ribadito sia dal sindaco di Signa, Giampiero Fossi, che dallo stesso Cantamessa, “non deve guardare al passato ma è essenziali perché determinati valori restino vivi per sempre”.

Insieme a loro il presidente della Regione, Eugenio Giani, il consigliere regionale Fausto Merlotti, l’assessore alla mobilità di Palazzo Vecchio, Stefano Giorgetti, il sindaco di Lastra a Signa, Angela Bagni, gli assessori Chiara Giorgetti, Andrea Di Natale, Marinella Fossi ed Enrico Rossi, consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione (Viola Valguarnera, Marcello Quaresima, Gianni Vinattieri, Matteo Mannelli e Antonio Morelli) e il presidente del consiglio comunale Massimo Campigli. E il sottofondo musicale della Filarmonica Giuseppe Verdi di Signa e la preziosa collaborazione dei volontari della Pubblica Assistenza di Signa. Ma soprattutto loro, i tanti soci dell’Associazione ferrovieri signese guidata da Salvatore Leoni. “Qui – ha aggiunto il sindaco Fossi – sono custoditi alcuni dei valori più profondi della comunità di Signa ma anche dell’intero paese. Perché questo è un museo che nasce dalla passione, dalla volontà e dall’amore dei ferrovieri che in questa stazione hanno vissuto e lavorato”. Un museo che, fra le altre cose, ha ricostruito la vecchia cappella della stazione di Santa Maria Novella a Firenze. “Questo – ha detto Cantamessa nel suo intervento – è un museo di cui la Regione deve vantarsi. Il risultato di un incastro, quasi raro, fra la volontà della famiglia dei ferrovieri e la cosa pubblica. Il museo, quindi, del noi e del nostro ma soprattutto non una donazione nostalgica di qualcosa che non tornerà più ma un monito per le nuove generazioni”.

Le sale del museo saranno visitabili su prenotazione il martedì e giovedì dalle 15 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 13 scrivendo all’indirizzo ass.ferrovierisigna@gmail.com