Una sonda nello spazio per studiare un asteroide, anche Campi è protagonista

CAMPI BISENZIO – È pronta a partire Osiris-Rex, la prima missione spaziale diretta a un asteroide per raccogliere campioni di rocce e polveri da riportare a Terra, in cerca dei cosiddetti “mattoni della vita”. Il lancio della sonda della Nasa è previsto nella notte del 9 settembre, alle 1,05 italiane, dalla base di Cape Canaveral. […]

CAMPI BISENZIO – È pronta a partire Osiris-Rex, la prima missione spaziale diretta a un asteroide per raccogliere campioni di rocce e polveri da riportare a Terra, in cerca dei cosiddetti “mattoni della vita”. Il lancio della sonda della Nasa è previsto nella notte del 9 settembre, alle 1,05 italiane, dalla base di Cape Canaveral. Catturare qualche frammento di un fossile del Sistema Solare, come sono tutti gli asteroidi, è fondamentale per poter comprendere l’origine dei pianeti e della vita, ma è anche un primo passo verso lo “sfruttamento” minerario degli asteroidi, ad esempio per estrarre metalli rari, fondamentali per l’industria dell’elettronica. “Chiunque stia pianificando di poter “interagire” in futuro con un asteroide, che sia come miniera o per future esplorazioni, sfrutterà il lavoro pionieristico che stiamo facendo”, ha detto Dante Lauretta, dell’università dell’Arizona a Tucson e responsabile scientifico della missione, in un’intervista sul sito della rivista Nature. La sonda Osiris è a bordo del razzo Atlas 5, pronto sulla piattaforma di lancio, a meno di 2 chilometri dal luogo in cui il primo settembre è esploso il razzo Falcon 9 della Space X. Serviranno circa 2 anni per raggiungere l’obiettivo: l’asteroide 101955 Bennu, dal diametro di 500 metri e nato 4,5 miliardi di anni fa, quando la Terra si stava formando. Nel viaggio attraverso il Sistema Solare Osiris-Rex si orienterà fra le stelle grazie a una guida italiana: il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker, realizzato dalla Leonardo-Finmeccanica negli stabilimenti di Campi Bisenzio. Lo strumento fornirà i dati sulla posizione della sonda, grazie alla mappa della posizione di 3.000 stelle memorizzata nel suo software. Una volta in orbita attorno all’asteroide Bennu, Osiris lo osserverà per almeno un anno e poi si avvicinerà sempre più, fino ad averlo alla portata del suo braccio robotico. Quindi allungherà il braccio per un’estensione massima di tre metri e comincerà a prelevare dei campioni, si spera di almeno 60 grammi. Completata la raccolta, la sonda si allontanerà per spedire i frammenti dell’asteroide verso Terra, in una capsula che arriverà a destinazione nel 2023. L’analisi dei campioni permetterà di conoscere in dettaglio la composizione chimica dell’asteroide e la speranza è di trovare anche tracce di acqua e delle molecole organiche alla base della vita.