FIRENZE – “La tutela della salute degli ospiti delle Rsa non può essere fatta semplicemente impedendo le visite dei familiari”. A dirlo, in una nota, l’Associazione in nome dei diritti onlus a firma del suo presidente Alessandro Martini. E’ di ieri, infatti, la notizia della decisione presa dalla Regione di vietare, tramite ordinanza, l’accesso a parenti e familiari di ospiti nelle Rsa, almeno fino al 31 gennaio 2021.
“Chi ha visitato almeno una volta queste strutture sanitarie (che non sono case di riposo), – continua il comunicato – si sarà reso conto della gravità della condizione della maggioranza dei degenti colpiti da più patologie senili e saprà che pochissimi hanno un minimo di autonomia personale. L’obiettivo di queste strutture è infatti la cura degli ospiti, come previsto dalla Riforma della Sanità, Legge 833/1978. Riteniamo che togliere, nuovamente, a questi anziani con gravi patologie la felicità di vedere i propri figli e parenti sia assolutamente controproducente. Questo comporterà, come già successo nei mesi del primo lockdown, un grave peggioramento del livello cognitivo e del benessere degli ospiti”.
“Se, a marzo il virus non era conosciuto e le strutture sanitarie e sociali sono state travolte, – continua il comunicato dell’associazione – adesso, con una seconda ondata ben prevista, chi di dovere ha avuto il tempo per organizzarsi. Tamponi, test rapidi, protocolli stringenti, strumenti che prima non avevamo, devono essere la strada da percorrere. Chiudere e basta non è più umanamente accettabile, per gli ospiti delle strutture e per i loro parenti. Sbagliato poi tacciare questi ultimi come gli unici responsabili dei contagi nelle strutture dal momento che le visite sono già da tempo disciplinate secondo rigidi protocolli; occorre che si effettuino test ripetuti su tutti gli operatori e il personale che ruota attorno agli ospiti delle Rsa. Da ogni parte, gli esperti, ci ricordano che occorrerà convivere col virus ancora per diverso tempo; toglieremo per tutto questo tempo, ai nostri anziani non autosufficienti ospiti di strutture, la possibilità di vedere i loro cari?”.