Noferi (5 Stelle): “La Multiutility allontana del tutto l’applicazione del referendum popolare sull’acqua pubblica”

FIRENZE – “La creazione della Multiutility toscana è un’operazione che allontana definitivamente l’applicazione del referendum popolare del 2011 sull’acqua pubblica”: a dirlo è Silvia Noferi, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle. “Per i cittadini che non tutti i giorni visitano il sito del Comune di Firenze – aggiunge – potrebbe essere importante sapere che dal […]

FIRENZE – “La creazione della Multiutility toscana è un’operazione che allontana definitivamente l’applicazione del referendum popolare del 2011 sull’acqua pubblica”: a dirlo è Silvia Noferi, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle. “Per i cittadini che non tutti i giorni visitano il sito del Comune di Firenze – aggiunge – potrebbe essere importante sapere che dal 30 settembre al 15 ottobre sono gli unici giorni per inviare proposte e osservazioni sul progetto della Multiutility. Per facilitare il tutto un semplice indirizzo di posta elettronica, nemmeno Pec, a cui inviare il modello compilato. Non esistono dettagli su come e se, verrà risposto alle osservazioni e che fine faranno; vista la mancanza di tale fondamentale dettaglio, è molto probabile che saranno destinate “all’archivio circolare”…”.

“Dato che però siamo tutti in buona fede, immaginiamo che una moltitudine di cittadini sarà in grado di avanzare proposte su questa operazione di alta finanza orchestrata dal Comune di Firenze, capofila nella creazione di questo “monstre” che porterà alla fusione di Alia, Consiag, Publiservizi, Acqua Toscana, Estra e Toscana Eergia per la gestione dei servizi pubblici fondamentali di acqua, rifiuti, gas ed energia elettrica, senza che nessuno abbia preventivamente spiegato all’opinione pubblica il senso e le vere implicazioni dell’operazione. Una delibera quella del Comune di Firenze nata con la finalità dichiarata di aggregare le partecipazioni azionarie dei Comuni nelle aziende che gestiscono servizi pubblici locali e di interesse generale, mediante la quotazione in borsa, ma che avrà come principale risultato l’accentramento della gestione di importanti servizi pubblici e soprattutto l’allontanamento, se non la definitiva possibilità di ottemperare agli esiti del referendum popolare sull’acqua pubblica del 2011, che prevedeva di non distribuire utili agli azionisti sui profitti della gestione dell’acqua, considerata un bene collettivo”.

“Un’operazione di aggregazione societaria – conclude – che non compete alla Regione Toscana, che non era nei programmi di nessun partito al momento in cui si sono presentati alle elezioni amministrative ma che oggi prevede nel giro di 15 giorni un colpo di mano senza un’adeguata spiegazione ai cittadini di ciò che sta avvenendo. A livello regionale noi del Movimento 5 Stelle abbiamo presentato anche in questa legislatura un secondo progetto di legge per la ripubblicizzazione dell’acqua ma è evidente che il tema non interessa il Partito Democratico che governa la Regione e anzi plaude all’iniziativa del Comune di Firenze che procede in senso nettamente contrario alla volontà popolare espressa nel referendum nazionale e disattesa da più di dieci anni”.