SESTO FIORENTINO – Sestese, critico teatrale, appassionato di cinema e spettacolo in genere Tommaso Chimenti continua ad ottenere premi per la sua attività. Gli ultimi, in ordine di tempo sono arrivati da poco. Lo abbiamo intervistato.
Tommaso Chimenti anche nel 2024 hai ottenuto nuovi premi per il tuo lavoro di critico teatrale. Gli ultimi sono avvenuti nel periodo estivo si tratta del “Premio Laocoonte”, quello del cinema teatro e letteratura “Ubaldo Lay”, entrambi a Lecce e il “Premio Professione Cinema” all’interno dello Stenterello Film Festival a Firenze. Quale significato assumono per te?
“Certamente fanno piacere perché sono un riconoscimento da parte di operatori del settore sull’operato svolto in questi anni e una spinta ad affrontare il domani con il piglio giusto sapendo che il proprio lavoro è stato apprezzato, supportato, visto e ben considerato”.
Anche se credo che ogni premio abbia una propria storia, qual è quello che preferisci e perché?
“Il primo non si scorda mai proprio perché non pensavo di poter ambire a tanto. Fu il Gran Premio al Festival Internazionale di Lisbona nel 2018 dove poi negli anni ho ricevuto anche un altro riconoscimento nella categoria Stampa specializzata. Ogni targa ha una sua storia e gestazione: Il Premio Campania Felix con una recensione di uno spettacolo del Napoli Teatro Festival, il Premio Istrice d’Argento con un articolo su una piece realizzata a San Miniato, il Premio Dance Rewrite di Napoli con un pezzo di danza contemporanea, il Premio Sipario ricevuto a Lamezia Terme, ma anche il secondo posto al Premio Guido Polidoro a L’Aquila o ancora il prestigioso Premio Internazionale Comunicare l’Europa a Roma con i miei reportage dalle tante rassegne all’estero dove in questi venti anni sono stato invitato”.
Quale aspetto del tuo lavoro ti piace di più?
“Adoro prendere appunti nel buio di una sala, mi piacciono i non detti delle drammaturgie, le sospensioni che danno il senso ad una frase, quel brivido inspiegabile che a volte, raramente, arriva ascoltando una parola, guardando un attore, notando un dettaglio, ecco in quei momenti mi sento fortunato di poter stare assistendo a qualcosa di unico e irripetibile, come lo è ogni replica, perché il giorno dopo sarà necessariamente diversa”.
E quello che di piace di meno?
“Le polemiche che possono nascere all’indomani di una recensione negativa o non così positiva come i protagonisti si aspettavano che fosse. E’ sempre brutto essere stimati soltanto quando i giudizi sono lodevoli, più raro è mantenere buoni rapporti di sana e costruttiva conoscenza se l’articolo a posteriori non ha elogiato il lavoro visto. Ma fortunatamente esistono anche teatranti intelligenti”.
Le tue recensioni si coniugano con i luoghi e con le città. Tra le molte città “teatrali” che per lavoro hai visitato, quale senti più vicina alla tua personalità?
“Come dicevo in precedenza ho una predilezione per Lisbona dove in questi ultimi anni sono stato invitato sette volte e che ormai conosco abbastanza bene e mi ci muovo con disinvoltura. Dopo sicuramente ci sono Napoli e Venezia dove una volta l’anno minimo è sempre bene andare perché sono sempre uguali a se stesse e diverse dal ricordo che abbiamo conservato dall’anno precedente. Per quanto riguarda l’estero nel mio cuore c’è San Pietroburgo ma anche gli Emirati Arabi dove sono stato invitato ad una kermesse poco prima che scoppiasse il covid o il Canada dove sono andato due volte ad un festival di teatro ragazzi tra i fiordi del Quebec”.
Nel futuro di Tommaso Chimenti cosa c’è?
“Ancora sinceramente non lo so. Certo è che dopo oltre vent’anni è sempre più difficile trovare qualcosa a teatro che mi emozioni come i primi tempi, qualcosa che mi faccia sobbalzare sulla sedia. Insomma il mio occhio non sono più vergini come prima e le tante sovrastrutture rischiano di appesantire lo sguardo. Nel futuro prossimo, tra pochi giorni invece ci sarà un altro riconoscimento internazionale, molto prestigioso a livello mondiale con una grande cerimonia in una grande capitale europea. Per adesso non posso dire molto di più ma tra qualche giorno potrò svelare con orgoglio questa nuova tappa per la mia bacheca. So che rimango un ambizioso e so anche che non voglio fermarmi”.
Sono molti i premi che ha ottenuto Chimenti: “Il “Gran Premio Internazionale Carlos Porto ’17”, a Lisbona, l’“Istrice d’Argento”, Dramma Popolare San Miniato, il “Premio Città di Montalcino per la Critica d’Arte”, il Premio “Chilometri Critici” di Bientina, il “Premio Carlo Terron”, all’interno del “Premio Sipario” a Lamezia Terme, il “Premio Scena Critica”, il “Premio giornalistico internazionale Campania Terra Felix” a Pozzuoli, il Premio Speciale della Giuria “Premio Casentino”, il “Premio Carlos Porto ’20 – Imprensa especializada” a Lisbona, secondo classificato al “Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea Lucius Annaeus Seneca” a Bari, il “Premio SceMario” di Cannara, in provincia di Perugia, il “Premio Dance Rewrite” di Napoli, secondo classificato al Premio letterario “Il Secondo Mestiere” di Roma, secondo classificato al “Premio giornalistico Guido Polidoro” de L’Aquila, il “Premio Internazionale Comunicare l’Europa” di Roma, l’“Alto riconoscimento d’arte Laocoonte” a Lecce, il “Premio speciale per Teatro, Cinema, Letteratura Ubaldo Lay” di Lecce, il “Premio Professione Cinema” di Firenze. Tra primi e secondi posti in tutto sono diciotto. Ma, confida “è in arrivo il diciannovesimo”,