Nuovo ponte sull’Arno e viabilità nelle Signe: quella di UPS e Legambiente “di là d’Arno” è una bocciatura

SIGNA – Da qualsiasi parte “la si guardi”, quello di venerdì sera all’ex tiro a volo a Signa è stato il primo appuntamento pubblico ufficiale in cui si è cercato di fare chiarezza su quello che sarà il progetto del nuovo ponte sull’Arno. Appuntamento organizzato dal gruppo consiliare Uniti per Signa con la collaborazione dell’associazione […]

SIGNA – Da qualsiasi parte “la si guardi”, quello di venerdì sera all’ex tiro a volo a Signa è stato il primo appuntamento pubblico ufficiale in cui si è cercato di fare chiarezza su quello che sarà il progetto del nuovo ponte sull’Arno. Appuntamento organizzato dal gruppo consiliare Uniti per Signa con la collaborazione dell’associazione Legambiente “di là d’Arno”. Un incontro dal “titolo” che lasciava spazio a poche interpretazioni, “Tracciato del nuovo ponte: soluzione o problema?”, e che traeva spunto da un lato dalle osservazioni presentate da Uniti per Signa nel marzo scorso alla Regione Toscana in merito al nuovo ponte ma anche ai collegamenti viari fra lo svincolo della Fi-Pi-Li e i territori di Lastra a Signa e Signa. E, dall’altro, dalla richiesta dello stesso gruppo consiliare, “sulla base di queste preoccupazioni e criticità”, a tutte le istituzioni di una “maggiore partecipazione perché fermamente convinti che non sia mai troppo tardi per coinvolgere e correggere eventuali debolezze progettuali”. Partecipazione che è richiesta anche dai tanti cittadini presenti all’interno dell’ex tiro a volo e dalla stessa Legambiente, con l’ex sindaco di Lastra a Signa, Carlo Moscardini, chiamato ad aprire gli interventi dei relatori dopo i saluti del capo gruppo di Uniti per Signa, Gianni Vinattieri.

“La nostra posizione – ha detto Moscardini – si basa su dati tecnici e scientifici e non è ideologica, Questo perché il compito dell’associazione è di osservare, se necessario denunciare e proporre. Così come abbiamo il diritto al dissenso, che rivendico come Legambiente ma anche come cittadino. Il progetto del nuovo ponte ci mette di fronte a un vero e proprio disastro ambientale ed è il risultato di responsabilità storiche che hanno un nome e un cognome: Regione Toscana. E se ci guardiamo intorno, se osserviamo tutto quello che sta succedendo proprio in materia di ambiente, l’unica considerazione da fare è che sono fuori tempo ed è un progetto culturalmente sbagliato. L’iniziativa a cui siamo stati invitati a partecipare non sarà isolata, questo è l’inizio di una “vertenza” di fronte alla quale, chi intende portarla avanti dovrebbe avere invece il coraggio di fare un passo indietro”. “In tutti questi anni, quando si parla di infrastrutture, – ha aggiunto Vinattieri – ci siamo mossi in un clima politico in cui tutte le soluzioni ipotizzate ci sono state presentate dagli amministratori che si sono succeduti come “dogmi”: prima la Bretella, poi la Bretellina, che comunque a nostro avviso resta non solo la migliore soluzione per risolvere i problemi di viabilità fra Signa e Lastra a Signa ma anche la più logica, oltre che complementare con la circonvallazione di Signa. E ora il nuovo ponte con una viabilità che, partendo dalla Fi-Pi-Li, è destinata a “crollare” nel parco dei Renai senza soluzioni adeguate sul territorio signese. Un progetto, insomma, che è figlio di una stagione morta. Ma qui non si tratta di essere favorevoli o contrari o di mettere la propria “bandierina” sull’obiettivo da raggiungere, noi ragioniamo, e lo faremo ancora, sulle soluzioni”.

Concetti ribaditi dall’architetto Susanna Taddei, che si è soffermata sulla necessità di “puntare l’attenzione in modo particolare sul parco fluviale di Lastra a Signa” ma anche sul fatto che “il tracciato pensato per la viabilità andrebbe rivisto, ridiscusso e rivalutato”. Da parte sua, invece, l’ex comandante della Polizia municipale signese, Alessandro Spinelli, oltre a evidenziare la mancanza, “almeno a livello ufficiale, di uno studio del traffico”, ha puntato l’attenzione sui numeri dei veicoli “destinati a passare da un Comune all’altro che dagli attuali 22.000 salirebbero almeno a 45.000…”. Sulle particolarità del nuovo ponte è intervenuto anche l’ingegnere Lorenzo Raugei (“Quello prospettato è più grande e più importante del Viadotto dell’Indiano”) mentre il consigliere comunale di Uniti per Signa, Matteo Mannelli, “pur essendo contrario a questo tipo di progetto”, ha chiesto di “aprire un confronto con l’amministrazione comunale per mitigare quella che potrebbe essere la sua futura realizzazione”. A “metterci la faccia” e a difendere la sua fattibilità l’ex sindaco di Signa, Alberto Cristianini, anche in questa sede convinto della bontà della scelta fatta.