Nuovo ponte sull’Arno: Legambiente, Vas e Italia Nostra presentano un ricorso al presidente della Repubblica

LASTRA A SIGNA/SIGNA – No all’ipotesi di tracciato previsto per il nuovo ponte sull’Arno, fra Signa e Lastra a Signa; sì al “vecchio” progetto della Bretellina, “accantonato troppo in fretta”. E per ribadire questi due concetti associazioni e forze politiche hanno presentato un “ricorso speciale al presidente della Repubblica” in merito appunto “al nuovo attraversamento […]

LASTRA A SIGNA/SIGNA – No all’ipotesi di tracciato previsto per il nuovo ponte sull’Arno, fra Signa e Lastra a Signa; sì al “vecchio” progetto della Bretellina, “accantonato troppo in fretta”. E per ribadire questi due concetti associazioni e forze politiche hanno presentato un “ricorso speciale al presidente della Repubblica” in merito appunto “al nuovo attraversamento dell’Arno fra i Comuni di Signa e Lastra a Signa” (nella foto in basso i punti chiave del documento). Un atto che vede come capofila Legambiente, Vas Onlus e Italia Nostra ma di un gruppo di cui fanno parte, per fare due esempi, anche l’associazione Signe d’Arno, guidata da Giorgio Pippucci, e il gruppo consiliare Uniti per Signa, rappresentato nell’occasione da Alessandro Spinelli. A illustrarlo, davanti a un nutrito gruppo di cittadini Carlo Moscardini (del circolo di Legambiente “Di là d’Arno”, il ricorso è stato presentato invece da Legambiente nazionale) e l’avvocato Ylenia Montana, arrivata direttamente da Roma proprio per la valenza che Legambiente ha voluto dare a questa procedura. “Presentata ufficialmente – ha detto Moscardini – dopo le elezioni proprio per evitare strumentalizzazioni politiche”. Un ricorso, ci ha tenuto a ribadire l’ex sindaco di Lastra a Signa, che dà seguito anche “alle oltre duemila firme raccolte solo nei mesi estivi con una petizione contro questo tracciato”.

“Abbiamo aspettato l’ultimo giorno utile, il 30 agosto – spiega Moscardini – nella speranza che da parte della Regione e degli enti locali ci fosse un segnale nei nostri confronti così come avevano detto. Ma c’è un altro aspetto che voglio sottolineare, ovvero che noi non intendiamo bloccare niente quando si parla di trovare una soluzione agli annosi problemi legati alla viabilità nelle Signe. Semmai, sono stati proprio gli enti locali a bloccare tutto scartando il progetto della “Bretellina” ipotizzato nel 2016. Noi siamo qui perché vogliamo impegnarci per le generazioni future, è questo che fa la differenza fra noi e loro. E mi auguro che chi ha detto di recente che è disposto ad ascoltarci, lo faccia davvero”. Concetto ribadito da Giancarlo Ciulli (Vas Onlus Vita, ambiente e salute): “Se vogliono il confronto ci mettiamo a sedere per discutere nel merito delle singole questioni”.

Documenti alla mano, l’avvocato Montana ha sintetizzato il contenuto del ricorso, evidenziando più di una volta il “balletto” delle cifre e dei costi necessari per la realizzazione del nuovo ponte, passati da 49 a 61 milioni: “Un “balletto” che ha permesso, in un primo momento, proprio perché la cifra prevista era inferiore ai 50 milioni, ovvero il tetto necessario per poter coinvolgere i cittadini in un dibattito pubblico, di evitare la loro partecipazione, a nostro parere con una volontà politica ben precisa. Ma non solo: dalla documentazione della Regione la cosiddetta “Opzione zero”, l’ipotesi di non poter realizzare l’opera in base all’esito della Valutazione di impatto ambientale, non è stata neanche presa in considerazione. C’è poi la mancata acquisizione dei pareri dell’Autorità di bacino, considerando anche il fatto che sia il parco fluviale di Lastra a Signa che il parco dei Renai a Signa rappresentano due importanti opere di compensazione idraulica. Mentre la “Bretellina” è stata scartata perché sarebbe andata a interferire a sua volta con un’opera di compensazione per il nuovo aeroporto, un’infrastruttura che non sappiamo se verrà mai realizzata. Ci sono insomma tutti gli elementi per poter parlare di un travisamento dei fatti”. Adesso la “palla passa a Roma” e ai necessari tempi tecnici, che diranno se il ricorso sarà di competenza appunto della “capitale” o se dovrà diventarlo per il Tar della Toacana.