PRATO – “Questa mia piccola luce, la farò brillare”. Sulle note blues della nota canzone di Odetta, la candidata sindaco del centrosinistra Ilaria Bugetti, ieri pomeriggio, è entrata in un teatro Politeama gremito come non mai e che l’ha accolta con applausi e un tifo da stadio. Mille posti al completo per assistere al lancio della campagna elettorale per le comunali dell’8 e 9 giugno. Il teatro più grande della città non è bastato a contenere la folla che voleva salutare Bugetti. In duecento sono rimasti fuori ad attenderla. “E’ la luce che Prato ha negli occhi, – ha detto Bugetti – questi sono tempi complessi in cui a ognuno di noi è richiesto il coraggio delle scelte, a partire dal luogo dove viviamo. Per questo ho deciso di accettare di mettermi al servizio della nostra città in un momento così importante e complesso a tutti viene richiesto di fare delle scelte forti, la mia è quella di candidarmi a guidare questa città e portarla verso il futuro”.
Ad “aprire le danze” sul palco del Politeama, è stato il sindaco Matteo Biffoni, seguito dal vicesindaco Simone Faggi e dal segretario provinciale del partito, Marco Biagioni. Il passaggio del testimone di Biffoni – “lascio con soddisfazione e cuore leggero perché affido la città a una persona come Ilaria e a questa comunità” – la continuità di Simone Faggi, il rinnovamento di Biagioni. Brevi interventi per disegnare la cornice di questa avventura elettorale ma soprattutto per indicare l’orizzonte alla città. E l’orizzonte ha il viso dolce e sorridente di Ilaria Bugetti che è entrata dal fondo della platea e dopo aver stretto mille mani tra le lacrime della commozione, è salita sul palco per spiegare quale è la Prato che sogna. Alle sue spalle le parole chiave della sua idea di politica e di amministrazione pubblica. Nella sua mente e nel suo cuore le grandi donne che hanno fatto la differenza nella storia della città: Roberta Betti, Eliana Monarca, Anna Fondi, Ivana Marcocci, solo per citarne alcune.
“Noi pratesi sappiamo come affrontare le sfide, – ha proseguito Bugetti – mi sto mettendo in gioco perché sono convinta che questa occasione ci offra una grande possibilità, quella di unirci per far sì che Prato abbia ciò che merita, essere se stessa: operosa, contemporanea, innovativa, solidale. La Prato che vorrei è una Prato a misura dei sogni che abbiamo. Ognuno di noi ha degli obiettivi. E se stiamo insieme, uniti, connessi e in ascolto li realizzeremo uno dopo l’altro”. La luce dell’innovazione, la luce che arriva dalle radici, la luce della forza delle condivisione. “Civiltà e città – prosegue Bugetti – hanno la stessa radice. Una radice comune che Prato coltiva da sempre. Prato è un esempio nazionale perché si è distinta per le sue competenze e per la sua capacità di innovare non solo in campo tessile, ma anche in ambito educativo. Come è stato per il protocollo Unicef – città amica dei bambini e degli adolescenti, per la collaborazione con Save the children e per il lavoro incredibile che viene fatto ogni giorno nelle nostre scuole affinché nessun alunno rimanga indietro. Includiamo per contrastare l’abbandono scolastico, ampliamo l’offerta formativa per dare risposte, co-progettiamo spazi e modalità per massimizzare quello che già abbiamo e che va valorizzato”.
E poi il sostegno all’impresa con il rendere strutturali i fondi governativi e europei, la rivoluzione della mobilità interprovinciale con la tramvia Pecci Peretola che permetterà anche di ripensare il trasporto pubblico urbano, il potenziamento delle case di quartiere e il recupero a funzione pubblica degli edifici in disuso. Presenti le cinque liste che la sostengono: Pd, Sinistra unita Prato per Bugetti, Movimento 5 stelle, le liste civiche Ilaria Bugetti la forza del noi, Questa è Prato. Bugetti. Ancora commozione sul finale quando il discorso ha toccato la sua famiglia, le sue origine: “Io ho accettato questa sfida e vi garantisco che da figlia di artigiani sono cresciuta con l’esempio del buon senso, della fatica e del duro lavoro che continuerò a mettere in pratica come ho fatto fino a oggi”.
E poi la Prato che non si arrende di fronte alle difficoltà e il pensiero va al 2 novembre: “Ero con mia figlia, ho visto imprenditori operai e giovani spalare fango insieme con le lacrime agli occhi in una corsa contro il tempo per riaprire le attività il prima possibile in modo da non perdere gli ordini. E’ questa la Prato che mi piace, quella che non si arrende mai ed è quella a cui dobbiamo stare al fianco e dare speranza. E’ il momento di scegliere, di decidere. Adesso mettiamoci a lavoro per Prato, e lo faremo sempre con quella luce negli occhi”.
