Osmannoro: tra capannoni, orti improvvisati e rifiuti

SESTO FIORENTINO – Zona di confine, cerniera che collega Sesto Fiorentino con Firenze e Campi Bisenzio, area sulla quale anche in passato sono stati ipotizzati progetti rimasti solo teoria, l’Osmannoro, oggi è una parte di città che appare “incompiuta” con spazi verdi semi abbandonati, capannoni. Spunti di crescita urbanistica che appaiono bloccati. Un giro a […]

SESTO FIORENTINO – Zona di confine, cerniera che collega Sesto Fiorentino con Firenze e Campi Bisenzio, area sulla quale anche in passato sono stati ipotizzati progetti rimasti solo teoria, l’Osmannoro, oggi è una parte di città che appare “incompiuta” con spazi verdi semi abbandonati, capannoni. Spunti di crescita urbanistica che appaiono bloccati. Un giro a piedi o in bicicletta in questa parte di città permette di scoprire come negli anni non sia cambiata: è come se fosse in stand by, in attesa di un input per far riprendere lo sviluppo e poi si scoprono spazi verdi diventati orti ad uso quasi familiare, coltivazioni “private” con cartelli in doppia lingua (italiano e cinese). Perché, qui, all’Osmannoro, le aziende in gran parte parlano cinese. Gli spazi verdi si incastrano tra gli edifici delle aziende dove si lavora la pelletteria, bigiotteria, le confezioni. Il quadrilatero nel quale ci siamo mossi è quello tra via Arno e via Ticino è qui dove si trovano gli orti “domestici” con la coltivazione di ortaggi di vari tipi. In tempi passati avevamo pensato all’Osmannoro industriale, forse 3.0, tecnologico, innovativo oggi questa parte di città dove la viabilità è sempre pesante, è diventata un’area mista: industriale e agricola. E anche in questa zona non manca la parte della “discarica abusiva” con i rifiuti ingombranti abbandonati.

Foto di Roberto Vicario