Paolo Gori (Confartigianato della Piana) “Il futuro di Sesto? Meno burocrazia, più sicurezza e un progetto di mobilità tram-treno”

SESTO FIORENTINO – Il nuovo anno è anche un momento per esprimere desideri per la propria città. Al presidente di Confartigianato della Piana, Paolo Gori abbiamo domandato quale augurio rivolge a Sesto Fiorentino per l’anno appena iniziato. “Ci vuole un progetto, un obiettivo da raggiungere – risponde Gori – gli anni che abbiamo vissuto sembrano nati […]

SESTO FIORENTINO – Il nuovo anno è anche un momento per esprimere desideri per la propria città. Al presidente di Confartigianato della Piana, Paolo Gori abbiamo domandato quale augurio rivolge a Sesto Fiorentino per l’anno appena iniziato. “Ci vuole un progetto, un obiettivo da raggiungere – risponde Gori – gli anni che abbiamo vissuto sembrano nati dall’emergenza, dall’esigenza momentanea, invece bisogna avere un progetto in modo da costruire qualcosa di nuovo e mantenere qualcosa di vecchio”. 

Disegnare, dunque, una città pronta ad affrontare il futuro?

“Bisogna sviluppare a Sesto Fiorentino non solo il commercio – prosegue Gori – ma anche l’attività produttiva, il manifatturiero con manodopera specializzata in modo da fare crescere la qualità, in modo da far sentire i benefici a tutta la città. Ma serve anche un progetto per la viabilità. Va bene la tranvia, ma bisogna pensare ai collegamenti veloci tra Firenze, Prato e Pistoia, perché è questa la Piana. Per questi collegamenti si potrebbe pensare ad un tram-treno già in funzione nei paesi del Nord Europa. Un sistema di mobilità che permetta in 15 minuti di collegare la Piana. Un progetto per facilitare la mobilità nella Piana che dovrebbe vedere coinvolti Comuni e Regione”.

Questi i sogni e i desideri, ma oggi, secondo lei quali sono i punti critici di Sesto Fiorentino?

“La burocrazia che a valla impedisce lo sviluppo. – spiega Gori – in questa città è spinta al massimo. Chi deve investire a volte preferisce andare in altri comuni dove la burocrazia non c’è un eccesso di burocrazia. I tempi in questa città si dilatano. Un esempio: ci sono casi in cui per ottenere un permesso occorrono 60 giorni e solo al 59esimo giorno si comunica al richiedente che qualcosa nella presentazione della documentazione non va. Questo allunga i tempi perché per chiedere un nuovo permesso occorreranno altri 60 giorni, mentre se ci fosse stato un tempestivo intervento si sarebbero dimezzati i tempi. E’ una macchina lenta. Un altro punto debole è la sicurezza. Il territorio sestese ha bisogno di telecamere sia nel centro che in periferia, come deterrenti. E’ importante che il cittadino si senta tutelato. Le forze dell’ordine svolgono molto bene il loro lavoro, ma proprio per non appesantire il loro lavoro sarebbe bene prevedere le telecamere”.