Parco del Neto, Lega e FdI “Occorre fare ancora chiarezza”

SESTO FIORENTINO – Ancora cattivo odore al Parco del Neto. Ad affermarlo, in una nota, Daniela Pancani, responsabile Lega di Sesto Fiorentino, Roberta Lancioni, gruppo Lega Sesto Fiorentino, Alessandro Scipioni, responsabile Provinciale Lega, Filippo La Grassa, coordinatore della Piana Fiorentina Lega, Romeo Maurizio Rosano, portavoce FdI Sesto Fiorentino, dopo la riapertura del parco il 6 […]

SESTO FIORENTINO – Ancora cattivo odore al Parco del Neto. Ad affermarlo, in una nota, Daniela Pancani, responsabile Lega di Sesto Fiorentino, Roberta Lancioni, gruppo Lega Sesto Fiorentino, Alessandro Scipioni, responsabile Provinciale Lega, Filippo La Grassa, coordinatore della Piana Fiorentina Lega, Romeo Maurizio Rosano, portavoce FdI Sesto Fiorentino, dopo la riapertura del parco il 6 settembre scorso. “Gli animali non appaiono in buono stato – proseguono gli esponenti della Lega – e non essendoci guardiani , le persone continuano a portare pane alle papere. Tale condotta sembra possa essere una delle possibili cause del decesso degli animali”.

“Riteniamo fondamentale che la cittadinanza sia informata dei risultati ufficiali delle analisi effettuate nel periodo della chiusura del parco, a oggi non ancora rese pubbliche, – prosegue la nota – il sindaco Falchi si è limitato a rassicurare (ancora prima della pubblicazione dei risultati delle analisi), la popolazione circa le condizioni di salute della flora e della fauna, invitando la cittadinanza ad adoperarsi in comportamenti idonei, quali quelli di evitare di fornire cibo agli animali e di collaborare con le associazioni e il terzo settore per migliorare le condizioni di sorveglianza del parco. Riteniamo non sufficiente e limitante la richiesta effettuata dal sindaco, in quanto non possiamo attenderci che siano solo le associazioni e i volontari, a mantenere in buone condizioni il Parco del Neto e ad effettuare i necessari controlli di sorveglianza”.

Gli esponenti della Lega chiedono “sia ripristinata la convenzione con l’Enpa: “Lega e FdI di Sesto Fiorentino, – prosegue la nota – hanno appreso direttamente dalle guardie zoofile Enpa di Firenze la loro impossibilità di intervenire. Da diversi anni è stato più volte proposto al sindaco e all’assessore all’ambiente, non quello attuale, di modificare l’articolo 40 del regolamento sulla tutela degli animali del Comune di Sesto Fiorentino (a dire il vero l’unico in tutta Italia), a disporre per la vigilanza sulla tutela degli animali ai soli ufficiali di Polizia Giudiziaria, per cui di fatto neanche i vigili potrebbero applicare le normative richiamate per non incorrere in abuso di ufficio”.

Gli esponenti della Lega affermano che “Enpa e le guardie zoofile fino al 1979 avevano la titolarità come ente di diritto pubblico alla vigilanza su tutti gli animali, poi con lo scioglimento dell’ente e sostituito in ente di diritto privato, le funzioni sono passate di competenza dei Comuni e delle Comunità Montane, per cui la vigilanza è stata acquisita per competenza alla polizia municipale”. Poi, “con l’entrata in vigore della legge 189/04 e del successivo decreto Ministeriale del 23 marzo 2007, tali funzioni sono state individuate in primis dai corpi di polizia istituzionali e dalle Polizie Municipali e Provinciali”.

“A oggi le guardie zoofile delle varie associazioni, compresa l’Enpa – prosegue la Lega – risultano pertanto come elementi sussidiari in collaborazione con le amministrazioni pubbliche che ritengono di stipulare a tale fine, apposite convenzioni (cosa che il Comune di Sesto Fiorentino non ha mai fatto) e per questo chiediamo al sindaco Falchi e all’assessore all’ambiente di ripristinare urgentemente tale convenzione”.

“Non è certamente sufficiente promuovere informazione e sensibilizzazione alla cittadinanza, – prosegue la nota – senza prevedere con essa una forma di vigilanza e controllo specifica come quella relativa alle guardie zoofile e all’Enpa, così come avviene in tutta Italia”.

La Lega chiede anche di conoscere le motivazione per cui il Comune ha “modificato l’articolo 40” e “di motivarne le ragioni pubblicamente cosi come i risultati delle analisi effettuate”.